La Madonna di Loreto ha abiti troppo sfarzosi, don Sergio la sveste: «Maria era una donna povera»

La Madonna di Loreto ha abiti troppo sfarzosi, don Sergio la sveste: «Maria era una donna povera»

Un abito troppo sfarzoso per una statua religiosa: la soluzione? toglierlo. È quanto accaduto al Santuario di Nostra Signora di Loreto Forno Alpi Graie, in Piemonte, dove don Sergio Messina ha tolto l'abito di stoffa realizzato a mano e con ricami dorati alla statua della Madonna nera e del Gesù Bambino, perché troppo vistoso. «Amo le cose semplici» si è giustificato don Sergio a chi gli ha chiesto spiegazioni secondo quanto riporta La Stampa. 

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«Chi mi conosce sa che don Sergio sogna una Chiesa povera» dice il don ai residenti e ai villeggianti che gli hanno contestato il motivo della sua scelta, ricalcando il fatto che non intende cambiare idea tanto facilmente e di aver seguito solo alla lettera la vita di Maria che era «una donna povera». E invita chi non è d’accordo a prendere un appuntamento con lui oppure a parlare direttamente con l’arcivescovo della Diocesi di Torino, monsignor Cesare Nosiglia.

Ma perché la Madonna e il bambino che ha in braccio hanno quegli abiti sfarzosi?

Il Santuario dove è la statua sorge all’imbocco del Vallone di Sea e si raggiunge salendo per 444 gradini, un tempo percorsi un tempo. Sorge a mille e 340 metri d’altitudine proprio nel punto esatto dove il 30 settembre del 1630 Pietro Garino, abitante a Torino ma nativo di Forno Alpi Graie, ebbe una visione: qui gli apparve la Madonna nera, tra due donne, e gli promise di far cessare la peste che mieteva vittime tra la popolazione della pianura, portata dai Lanzichenecchi. La Madonna gli apparve con un velo verde in capo e una lunga veste d’argento risplendente di gemme e di gioielli, che dal collo le scendono sul petto: l'abito è stato poi riprodotto come l’originale e che d’ora in poi non vedranno più i fedeli.

I volti della Madonna e del Gesù bambino sono realizzati legno d’ebano verniciato di nero. Anche mani e piedi, ma non i busti verniciati di bianco. La statua della Vergine Maria è alta 90 centimetri. Ma non è quella originale. Sostituisce quella antica trafugata nel 1977 e mai ritrovata. La “copia” venne fatta realizzare in Trentino negli anni a venire e solo dopo molto tempo venne riposizionata sull’altare. Quel giorno, era il 12 agosto del 1989, e a Forno Alpi Graie ci fu una grande festa. In Valle salì addirittura l’allora arcivescovo di Torino, monsignor Giovanni Saldarini che affiancò il compianto rettore del Santuario, don Riccardo Ferrera, e accompagnò residenti e fedeli nel pellegrinaggio dal paese al Santuario con la replica della statua sul tronetto portato a spalle da pellegrini. Fedeli che oggi vedono questa decisione come una sorta di affronto e che rischia di far discutere almeno fino al prossimo 30 settembre, giorno dell’apparizione.

Ultima data in cui il Santuario rimarrà aperto.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Settembre 2021, 11:04
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