Strage a Latina, l'incubo delle piccole Alessia e Martina: "Papà troppo geloso, non vogliamo vederlo"

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La loro storia, il loro dramma, ha sconvolto tutta l'Italia: è accaduto a Cisterna, in provincia di Latina, dove un padre di famiglia ha ucciso le figlie, ha sparato alla moglie e si è suicidato. Le lezioni di danza, lo studio della chitarra, la scuola, gli amichetti della parrocchia: una vita 'normale', quella di Alessia e Martina, sorelle inseparabili, fino a due anni fa. Poi tutto è cambiato, quando i genitori hanno cominciato a discutere sempre più frequentemente. Il papà carabiniere, irrequieto, che ha cambiato tre caserme, diventa sempre più geloso della mamma.

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Da papà affettuoso che le portava al bar sotto casa e comprava patatine e cioccolatini, è diventato irascibile, alterato per un nonnulla. «I battibecchi erano così frequenti - ricorda don Livio, parroco della chiesa di S.Valentino - che un anno e mezzo fa li ho mandati al centro diocesano di aiuto alle coppie in difficoltà». E della situazione familiare le due ragazzine, inseparabili, hanno molto risentito. «La tredicenne era nell'Azione Cattolica ragazzi, era serena - ha ricordato il parroco - qui da noi ha fatto il catechismo e ora si sarebbe dovuta preparare per la cresima. Ma quattro-cinque mesi fa si è chiusa, il suo carattere è cambiato. Non ha più frequentato la parrocchia».

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La data di inizio della tragedia per Alessia e Martina è il 4 settembre, quando hanno assistito ad una scenata che ha cambiato per sempre il rapporto col loro papà. A raccontare l'accaduto è Maria Concetta Belli, avvocato di Antonietta Gargiulo, la donna ricoverata in ospedale, in fin di vita: «Aggredì la moglie prima davanti ai colleghi, sul posto di lavoro, allo stabilimento Findus, poi nella stessa giornata a casa, davanti alle figlie». Dopo quell'episodio la moglie lo cacciò di casa e il 7 settembre presentò un esposto. L'uomo la implorò di non denunciarlo: aveva 90 giorni per rendere l'esposto una denuncia a tutti gli effetti. Lui si impegnò ad andare da uno psicologo e a frequentare un percorso genitoriale.

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Alessia e Martina iniziarono ad andare dagli assistenti sociali. «La bambina più piccola, quando le si chiedeva se voleva vedere il papà - aggiunge l'avvocato - sembrava traumatizzata, non parlava, si limitava a scuotere la testa, facendo cenno di no».
La più grande, più conciliante, i primi tempi aveva mantenuto i rapporti con il padre, poi pian piano se ne era allontanata. Perchè, riferisce l'avvocato «diceva che il papà ogni volta che la chiamava chiedeva sempre della mamma, era ossessionato da lei e soprattutto dalla sua gelosia».

 
 


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L'avvocato racconta ancora: «poco prima delle festività Alessia ricevette davanti alla sua scuola, a pochi metri dall'abitazione della famiglia, una visita inaspettata del padre che vuol darle il regalo di Natale. Alessia prese il regalo e scappò». Agli assistenti sociali, intervenute nella burrascosa separazione, le ragazzine dicono: «No, papà non lo vogliamo più vedere».



Negli ultimi mesi l'uomo viene descritto come trasandato, con la barba lunga. La mamma invece si fa forza. Proprio ieri sera dal tabaccaio compra un ovetto di cioccolata per la più piccola. Vicini e negozianti la descrivono come apparentemente «tranquilla». Piangono ora tutti a Cisterna. Piangono nella scuola delle ragazzine. Martina, la maestra della piccola Alessia, è disperata: «proprio ieri mi aveva abbracciato e mi aveva detto 'ti voglio bene'». 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Marzo 2018, 08:53
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