Valanga in Val d'Aosta, muore un campione di freeride: Luca Pandolfi aveva 47 anni

Valanga in Val d'Aosta, muore un campione di freeride: Luca Pandolfi aveva 47 anni

Si è lanciato nella sua ennesima discesa mozzafiato ma questa volta una valanga non gli ha lasciato scampo, trascinandolo a valle per centinaia di metri. È morto a Saint-Oyen (Aosta), sotto gli occhi del suo compagno di impresa, Luca Pandolfi, piemontese di 47 anni residente a Chamonix (Francia). Le sue discese estreme sono note agli appassionati di sci ripido: con lo splitboard (tavola da snowboard divisibile in due per risalire i pendii come con gli sci) aveva affrontato le cime più spettacolari, dalle Ande all'Himalaya.

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La coppia di sciatori aveva risalito con le pelli un canalone in località Flassin, nella valle del Gran San Bernardo. Di recente la zona è stata investita da abbondanti nevicate: il pericolo valanghe era salito per un paio di giorni al grado 4-forte, per poi scendere oggi al livello 3-marcato. Una volta in cima Pandolfi ha unito le due parti dello splitboard e per primo ha iniziato la discesa del canale, a fianco di quello che aveva appena risalito. Dopo un paio di curve si è staccata la slavina, in corrispondenza di una placca a vento. Un accumulo di neve reso instabile anche dalla sabbia portata dal Sahara nelle ultime settimane. Il canale è diventato un imbuto per la furia della massa nevosa, che l'ha travolto e portato verso valle.

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Nella caduta Pandolfi ha perso anche il dispositivo Artva, utilizzato per rintracciare le persone sepolte sotto la neve.

All'incidente ha assistito l'amico, che si trovava dietro di lui e che è rimasto illeso. Nella zona si trovava poi un altro gruppo di tre sciatori, che non è stato coinvolto dal distacco. Alle 14.34 l'elicottero della Protezione civile è decollato dall'aeroporto Corrado Gex, alle porte di Aosta. Il corpo senza vita è stato trovato da un'unità cinofila del Soccorso alpino valdostano, giunto sul posto con il Soccorso alpino della guardia di finanza di Entrèves.

Per le operazioni di riconoscimento il cadavere è stato poi trasferito nella camera mortuaria di Courmayeur. Gli accertamenti sono affidati ai militari delle fiamme gialle, che stanno ascoltando i testimoni. Sulla propria pagina facebook Luca Pandolfi testimoniava con video e fotografie le sue imprese: traiettorie al limite lungo pendii estremi riprese in prima persona con videocamere indossabili. Dall'Iran alla Georgia, senza dimenticare le montagne di casa: aveva infatti scelto di vivere a Chamonix, tra le stesse Alpi che oggi lo hanno tradito.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Marzo 2021, 21:24
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