Ai parenti di Luana D'Orazio, la giovane operaia morta il 3 maggio scorso in un'incidente sul lavoro nell'azienda tessile in cui lavorava a Montemurlo (Prato), spettano 166mila euro di indennizzo da parte dell'Inail. È questa la cifra che ha calcolato l'Istituto, in base alle sue tabelle, secondo quanto riportato oggi da La Nazione: il risarcimento dell'assicurazione dell'azienda è invece in fase di calcolo.
«Non sapevo nulla di quella manomissione. Lavoro anche io in fabbrica, la mia colpa è stata quella di non aver vigilato abbastanza», sottolinea Luana Coppini, titolare della ditta, tramite un'intervista rilasciata al settimanale Oggi e riportata oggi da La Nazione, ripetendo quello che aveva già detto al pm durante l'interrogatorio di garanzia e quello che hanno sempre sostenuto i suoi legali, Barbara Mercuri e Alberto Rocca. «La mia è un'azienda a gestione familiare, ci si aiuta, si parla, si cerca di risolvere i problemi - ha spiegato la donna -.
Lo scorso dicembre la procura di Prato aveva chiesto il processo per Coppini, per il marito Daniele Faggi, che l'accusa considera titolare di fatto dell'azienda, e per il tecnico manutentore esterno della ditta, Mario Cusimano. I reati di cui dovranno rispondere sono quelli di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche, fattispecie contestata per le modifiche tecniche apportate ai sistemi di sicurezza di cui il macchinario che ha ucciso la ragazza, un orditoio da campionatura, è dotato. Il processo si aprirà il 7 aprile. In vista dell'udienza preliminare Coppini ha fatto sapere di aver scritto una lettera all'assicurazione dell'azienda, che ancora non si è espressa sul risarcimento ai familiari della vittima.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Gennaio 2022, 14:33
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