Udine, Lorenzo Parelli muore in azienda a 18 anni all'ultimo giorno dello stage scuola-lavoro

Lorenzo Parelli, 18 anni compiuti a fine novembre, è morto schiacciato da una putrella di acciaio alla Burimec

Choc in azienda, Lorenzo muore a 18 anni all'ultimo giorno di stage scuola-lavoro

Tragedia sul lavoro oggi pomeriggio, 21 gennaio 2022. Un ragazzo di 18 anni (compiuti a fine novembre), Lorenzo Parelli, è morto in un incidente sul lavoro a Lauzacco, frazione di Pavia di Udine, presso l'azienda meccanica Burimec nella zona industriale. Il ragazzo era all'ultimo giorno di stage del progetto scuola-lavoro: durante dei lavori di carpenteria metallica una putrella gli è caduta addosso, uccidendolo. Pur prontamente soccorso dal personale del 118, coadiuvato dai vigili del fuoco e i carabinieri della Compagnia di Palmanova, il ragazzo non ce l'ha fatta.

I FATTI

Era al suo ultimo pomeriggio di stage. Ancora poche ore da trascorrere in azienda: lunedì mattina sarebbe tornato in classe, a raccontare ai compagni l'esperienza in quella ditta di carpenteria metallica nella quale aveva svolto il proprio tirocinio in un progetto di alternanza Scuola-Lavoro. Invece Lorenzo Parelli, 18 anni compiuti a fine novembre, è morto schiacciato da una putrella di acciaio alla Burimec, che realizza bilance stradali e utilizza lo stabilimento di Lauzacco di Pavia di Udine, dove è avvenuta la tragedia, per lavori di laminazione.

Lorenzo è stato ucciso a seguito di un impatto violentissimo che non gli ha lasciato scampo. Immediati sono stati i soccorsi da parte degli operai dell'azienda. In pochi minuti sono giunti alcuni equipaggi dei Vigili del fuoco di Udine, un'ambulanza e l'equipe medica dell'elicottero sanitario Fvg. Per lo studente non c'era più nulla da fare: è morto all'istante, sotto lo sguardo di chi, fino a pochi istanti prima, gli stava insegnando il mestiere. La zona della tragedia è stata immediatamente transennata per essere posta sotto sequestro dal sostituto procuratore di turno della Procura di Udine: le indagini sono state affidate ai Carabinieri di Palmanova e agli ispettori dell'Azienda sanitaria.

Tra i primi ad accorrere sono stati anche i genitori della vittima, che abitava a Castions di Strada, a un quarto d'ora di distanza di auto dalla fabbrica. A loro si sono immediatamente stretti i titolari dell'azienda e i «colleghi» di lavoro: il clima all'esterno del capannone, dove la produzione è stata immediatamente fermata, era di disperazione e incredulità. Il 18enne frequentava il Centro di Formazione Professionale all'interno dell'Istituto superiore Bearzi di Udine, gestito dai salesiani. Amici e compagni di classe si sono dati appuntamento fuori da scuola e per le vie del paese natale per cercare di darsi conforto. Il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, ha espresso il proprio cordoglio e quello dell'Amministrazione regionale.

«Ci stringiamo attorno ai genitori, ai parenti e agli amici del giovane deceduto sul lavoro oggi a Lauzacco mentre stava terminando il periodo di tirocinio. È incomprensibile - ha aggiunto - come ancora oggi si possano verificare episodi di questa gravità.

In questo momento però l'incommensurabile dolore sofferto dalla famiglia impone a tutti un rispettoso silenzio, in attesa che le autorità competenti ricostruiscano l'esatta dinamica di quanto accaduto».

«Un fatto di una gravità inaudita, indegno per un paese civile, la morte sul lavoro di uno studente di appena 18 anni - ha scritto su Twitter il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra - Lo stage in un'azienda dovrebbe garantire il futuro ad un giovane, non condurlo alla morte. Non ci sono parole per commentare questa tragedia orribile».

Cordoglio e indignazione anche dal presidente del gruppo del Partito democratico alla Camera, Debora Serracchiani: «È toccato nuovamente al Friuli versare un ingiusto tributo, un ragazzo alla cui famiglia dobbiamo stringerci muti - le sue parole -. È un dolore senza fine questa sequela di vittime innocenti che perdono la vita mentre si guadagnano il pane, lavoratori anziani su impalcature, giovani che si affacciano ai cantieri, madri e padri di famiglia uccisi dai macchinari. Non si può pagare un simile prezzo per costruire la ripresa del Paese. Abbiamo sentito con chiarezza l'appello dei sindacati, le risposte del governo, la posizione delle imprese: adesso però basta, le cose devono cambiare».


Ultimo aggiornamento: Sabato 22 Gennaio 2022, 11:28
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