​Lite per la sosta, poliziotto multa il vicino di casa. Lui reagisce: «Perderai il lavoro»

Lite per la sosta, poliziotto multa il vicino di casa. Lui reagisce malissimo

di Angela Pederiva
BELLUNO - Una lite, tre verbali, una denuncia, tre gradi di giudizio. Tutto per un divieto di sosta, o presunto tale, contestato da un agente di polizia a un vicino di casa, che sentendosi vittima di un sopruso, aveva reagito con parole percepite come minacce. Ma dopo cinque anni di beghe giudiziarie a Belluno, la Cassazione ha annullato la condanna dell'automobilista «perché il fatto non sussiste».

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LA VICENDA
Per arrivare alla sentenza, bisogna partire dalla vicenda, avvenuta fra il 5 agosto e il 4 ottobre 2013. A riassumerla è la stessa Suprema Corte. Tutto era cominciato il giorno in cui Luca Smaniotto aveva occupato un posto auto riservato ai residenti del condominio in cui abitavano sia lui che il poliziotto Roberto Sa. «Stava attendendo, all'interno dell'autovettura, che la moglie acquistasse dei farmaci per la loro figlia», premettono i giudici, raccontando il seguito di quell'attesa: «Sartor gli elevava una contravvenzione per il parcheggio irregolare, pur non essendo lo Smaniotto parcheggiato in luogo ad uso pubblico.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Maggio 2018, 11:15
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