Lisa, muore a 17 anni dopo un trapianto di midollo osseo tra atroci dolori: la denuncia del padre

Lisa, muore a 17 anni dopo un trapianto di midollo osseo tra atroci dolori: la denuncia del padre

di Alessia Strinati

Muore a 17 anni a causa di un'infezione. Elisabetta - per tutti Lisa -  Federico è stata uccisa da un'infezione scatenatasi dopo aver subito un trapianto di midollo eseguito all'ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Lisa aveva infatti scoperto di avere la leucemia. Dopo essersi svegliata con un grande livido sulla gamba aveva fatto diversi controlli fino alla diagnosi.

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La malattia però non era incurabile, per i medici sarebbe bastato un trapianto di midollo per poter guarire, così la giovane era stata sottoposta all'intervento. Purtroppo però le cose non sono andate come sperato. Il padre di Lisa, Maurizio Federico, che è responsabile del Centro per la salute globale dell'Istituto Superiore di Sanità, ha voluto raccontare quello che è successo e punta il dito contro l'ospedale. In un lungo post ha spiegato quello che è successo alla figlia adottiva, facendo una premessa: «Non potrò scendere nei dettagli clinico/medici che ho conosciuto o percepito (ne risulterebbe un indigeribile testo di decine di pagine), e molto di quello che racconterò è frutto di colloqui a quattr’occhi con personaggi che, in mancanza di testimoni, potranno facilmente smentire le mie versioni dei fatti.

Io, noi della famiglia ora non abbiamo alcuna intenzione di rivolgerci alla spesso inaffidabile giustizia italiana, anche se avremmo forze e mezzi per sostenere qualsiasi battaglia legale».

Poi spiega che secondo il suo punto di vista si sarebbero potuti tentare altre vie prima del trapianto, ma alla fine quella che scelgono i medici è proprio l'intervento di una donatrice identica alla figlia ma con gruppo sanguigno diverso dall'adolescente, così la 17enne viene sottoposta a una trasfusione per evitare complicazioni. Ma quel sangue non sarebbe stato sufficiente per il padre: «L’emolisi ha provocato dolori lancinanti e Lisa ha urlato di dolore. Perché il controllo di qualità non viene effettuato nel centro trasfusionale dove avviene la donazione, ma esclusivamente nel centro dove si pratica l’infusione nel ricevente? Perché per salvare vite non si prevede un piano B in caso di donazione di midollo non adeguata?». 

La ragazza è morta tra dolori lancinanti, devastata da un'infezione per la quale non è stato possibile fare nulla. Se i genitori puntano il dito contro la struttura sanitaria il Bambin Gesù ha voluto però rispondere al post spiegando di aver fatto tutto il possibile per la 17enne e poi concludendo: «La medicina, purtroppo, anche la più avanzata, non è infallibile».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Novembre 2020, 18:07
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