Leonardo Rizzetto morto a 9 anni. Il papà: «Sei immenso, quando non riuscivi più a parlare baciavi il crocifisso»

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di Marco Corazza

«Ciao campione, sei il nostro eroe, ora puoi giocare a calcio come tanto desideravi». Concordia Saggittaria (Venezia) ieri si è fermata per abbracciare la famiglia di Leonardo Rizzetto, il bambino di 9 anni che ha lottato contro un tumore. In tanti, troppi perché la Cattedrale li potesse contenere tutti, si sono ritrovati nel pomeriggio per esprimere il dolore per la morte di Leonardo. Sull'altare anche i compagni, in divisa, della Julia-Concordia, la società di calcio in cui Leonardo ha iniziato a tirare i suoi primi calci come gli aveva insegnato papà Giorgio, dirigente sportivo e calciatore di successo tra Veneto e Friuli.

Leonardo Rizzetto, il funerale


Tra loro anche i compagni della scuola primaria con le maestre, tantissimi giovani e il Comune con il sindaco Claudio Odorico che ha disposto le bandiere listate a lutto. Il piccolo feretro bianco è stato accompagnato durante tutta la cerimonia da un palloncino a forma di cuore, dello stesso colore blu della squadra di calcio. Già, perché al campione Leonardo piaceva tanto giocare a calcio. Non a caso quando a novembre ha iniziato le cure contro la malattia, aveva chiesto al medico se avesse potuto continuare a giocare a pallone.

«La morte è sempre una lacerazione - ha esordito nell'omelia don Natale -, la morte di un bambino di 9 anni è semplicemente incomprensibile, fa sanguinare il cuore con una ferita che trapassa l'anima. Con forza ci stringiamo a Riccardo, Valentina e Giorgio perché sappiate che non siete soli nel dolore. C'è stato un secondo parto per Leonardo, doloroso e faticoso, per farlo nascere in cielo, questa volta per sempre. Aveva appena iniziato a fare qualche sogno e aveva chiesto alla dottoressa se poteva continuare a giocare a pallone. Durante la malattia ha accettato tutte le terapie che potessero aiutarlo a guarire, lo ha fatto da vero campione. Solo giovedì sera c'è stata un'incessante preghiera alla Madonna a Medjugorje, ma anche qui, proprio per Leonardo. Lei è venuta a prenderlo: ora lo protegge».

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Il ricordo del papà Giorgio Rizzetto


«Sei un bambino immenso, hai pregato con noi e quando non riuscivi più a parlare baciavi il crocifisso - ha detto papà Giorgio leggendo la lettera scritta da lui insieme alla moglie all'altro figlioletto - Hai lottato come un guerriero senza mai mollare.

Non ti sei mai lamentato per tutto ciò che hai subito. Nonostante avessi la sofferenza e il dolore dentro, con quel meraviglioso sorriso portavi luce sempre. Hai fatto pregare tanta gente, anche chi non l'aveva mai fatto, e così hai unito tante persone con la tua fede. Prima di salire in cielo hai fatto la prima comunione, distribuendo sorrisi a tutti, poi hai salutato gli amici. Sapevi fin dall'inizio che sarebbe finita così e hai cercato di prepararci con le tue frasi, giorno dopo giorno. Pertanto ti ringraziamo per essere nostro figlio e averci scelto. Grazie per la felicità che abbiamo vissuto, grazie per l'amore che ci hai dimostrato. Noi ringraziamo Dio che ti ha portato da noi. Proteggi e orienta Riccardo che ha lottato con te e che ti ama sopra ogni cosa, aiuta noi ad affrontare sempre tutto con fede, amore e speranza... perché nulla muore ma tutto si trasforma. Unisci le persone al senso della famiglia. Ringraziamo la Madonna che dopo la preghiera di liberazione e guarigione di Medjugorje è venuta di incontrarti togliendo la sofferenza, lasciandoti tra le braccia della mamma. Circondato da tutto il nostro amore ora sei accanto a lei. Caro Leonardo oggi ti salutiamo, ma tu sei vivo in noi. Ciao campione, sei il nostro eroe. Ora puoi giocare a calcio, come tanto desideravi, in Paradiso e come dicevi tu: Crederci sempre, non mollare mai». Nel sagrato della Cattedrale il piccolo campione è stato salutato da un lungo applauso e dai palloncini bianchi e blu.


Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Maggio 2022, 23:37
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