Legge anti-pezzotto, fino a 3 anni di carcere e multe oltre 15 mila euro. Si potrà risalire agli utenti tramite il pagamento

La legge, che attende il voto del Senato, sarà un duro colpo per i pirati dell'audiovisivo, ma anche per gli utenti che saranno multati fino a 5 mila euro

Legge anti-pezzotto, fino a 3 anni di carcere e multe oltre 15 mila euro. Si potrà risalire agli utenti tramite il pagamento

di Redazione web

La legge "anti pezzotto, più correttamente contro la pirateria audiovisiva connessa alla rete, è stata approvata mercoledì 22 marzo alla Camera con 252 voti a favore e nessun contrario, ed il provvedimenti normativo, una volta approvato anche dal Senato, quando sarà attuabile, scoraggerà - e molto - sia i pirati che gli utilizzatori, perché le pene sono molto più severe.

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Carcere e multa

A cominciare dalla reclusione, da 6 mesi a 3 anni e una multa da 2.582 euro a 15.493 euro per i pirati, mentre per il fruitore di servizi, la sanzione passa da 1.000 a 5.000 euro. Queste alcune delle novità contenute nella futura legge di contrasto alla pirateria digitale.

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5 milioni di utenti

Obiettivo è combattere il cosiddetto "pezzotto“, parola presa in prestito dal dialetto napoletano per comprendere tutti quei sistemi illegali che dietro un abbonamento mensile o annuale, irrisorio, permette l'accesso a tutte le piattaforme on demand, che siano le partite di calcio, film, serie tv. Secondo le stime (lo scrive La Repubblica) sarebbero circa 5 milioni le persone che hanno questa formula di abbonamento illegale in casa.

Blocco immediato

Nella legge, inoltre, sarà conferito un ruolo centrale all'Agcom, che avrà il potere di ordinare la disabilitazione in tempo reale dell’accesso ai contenuti (direttamente l'Ip) diffusi illecitamente ed in questo caso entra in campo anche la magistratura, che con la segnalazione riceve un’informativa di reato.

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Ma c'è di più.

E questo dovrebbe preoccupare (e non poco) gli utenti del pezzotto, perché se l'indirizzo Ip per il collegamento alla rete resta anonimo, si può risalire al fruitore seguendo le tracce di pagamento; questo perché nella legge un articolo specifico consente di chiedere a banche ed altri istituti di avere i dati personali di chi si vuole indagare.

 


Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Marzo 2023, 18:10
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