Le famiglie tornano a spendere, ma la dieta è cambiata. Nelle grandi città si torna al ristorante
di Valeria Arnaldi
Aumenta del 3,1% invece la spesa per la frutta. I rialzi più consistenti interessano pesce e prodotti ittici, cresciuti del 9,5%. Insomma, gli italiani, anche per la crisi, prestano più attenzione a una corretta alimentazione. Non necessariamente di casa. Ad aumentare infatti è anche la spesa per servizi ricettivi e ristorazione, che sale del 4,8%, tornando così ai livelli precedenti alla crisi. Salgono, con + 2,9%, anche le spese per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura. Insomma si mangia meglio e ci si diverte un poco di più.
Si riduce il gap tra Nord e Sud ma aumenta il divario tra chi vive nelle grandi città metropolitane e chi negli altri comuni. «Si amplia nel 2016 - spiega l'Istat - tra le città metropolitane e i comuni periferici delle aree metropolitane e quelli sopra i 50mila abitanti, circa 376 euro in media al mese da poco meno di 100 euro del 2015,e tra città metropolitane e altri comuni fino a 50mila abitanti (poco più di 491 euro da meno di 200 del 2015». La causa principale, secondo l'Istituto, sarebbe da ricercare «nella marcata crescita della spesa media mensile per beni e servizi non alimentari delle famiglie residenti nelle città metropolitane».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Luglio 2017, 10:03
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