«Non trovo nessuno disposto a lavorare nei weekend: costretta a chiudere»
DEMORALIZZATA
E la padrona di casa confessa: «Mi verrebbe da chiudere il bar senza pensarci, così, su due piedi: sono stanca». Per la titolare la situazione è diventata insostenibile, è un fiume in piena: «I ragazzi non hanno voglia di lavorare, la gente preferisce rimanere sul divano a percepire il reddito di cittadinanza, lo Stato ci ha tolto i voucher. I giovani non sono capaci di fare nulla, non hanno voglia di impegnarsi e di venire a lavorare il fine settimana - sbotta - Chi, magari, impara a fare questa professione, dopo il periodo iniziale preferisce rinunciare e rimanere a casa». Maura Cavallaro rivela alcuni particolari dei colloqui lavorativi: «Alcuni giovani, senza alcuna esperienza, chiedono cifre alte e alla fine rinunciano, preferiscono rimanere sul divano e continuare a vivere sulle spalle dei genitori». Il Locale ha aperto i battenti nel 2013 e ora è costretto a fare delle scelte, seppur dolorose: «Abbiamo dovuto rinunciare agli eventi live, non ce la faccio più ad andare avanti da sola» spiega l’esercente. La proprietaria si scaglia contro gli abitanti del capoluogo: «Rovigo è una città deserta, ‘odiata’ dal rodigino che non la vive: questa città sta cadendo nel burrone, noi baristi siamo costretti a scannarci per i pochi clienti rimasti». E’ scarsa la collaborazione, secondo Cavallaro, con gli esercenti: «Rovigo merita solo musica sparata agli aperitivi e basta. I commercianti non mi hanno mai invitata a partecipare a una riunione in centro, perché sanno che porto avanti una filosofia diversa». Per la titolare de “Il Locale” c’è una ricetta per riemergere dalla crisi: «Puntiamo sulla cultura, sugli incontri letterari, sulla buona musica: basta giovani ubriachi in centro, che consumano chupiti e si avventano sui buffet mangiando cibo di scarsa qualità».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Gennaio 2020, 14:28
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