Laura Ziliani, gli episodi che incastrerebbero le figlie: «Aveva confidato di avere paura di loro»

Dalle carte dell'inchiesta i dettagli sul delitto di Temù e gli interessi economici delle figlie assassine

Laura Ziliani, gli episodi che incastrerebbero le figlie: «Aveva confidato di avere paura di loro»

Laura Ziliani aveva confidato di aver paura delle figlie. E proprio loro, Silvia e Paola, avrebbero posto fine alla sua vita perché ossessionate dai soldi. Piano piano dalle carte dell'inchiesta sul delitto di Temù emergono dettagli. Gli inquirenti hanno iniziato a sospettare sin da quell'allarme dato troppo presto, subito dopo la scomparsa. E poi i progetti intercettati sull'auto da comprare e le vacanze da fare. 

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Laura Ziliani, le indagini

Per la mamma della vittima le nipoti Silvia e Paola pensavano solo ai soldi ed è così che con il fidanzato della maggiore, Mirto, hanno messo in atto il loro piano criminale. «Le mie nipoti - spiega Marisa Cinelli, nonna delle ragazze - avevano ricevuto 40 mila euro di eredità dal padre. Laura aveva chiesto di investirli nella ristrutturazione degli appartamenti da locare». Loro, tuttavia, avrebbero avuto altre idee su come spendere il denaro. A venti giorni dalla scomparsa della madre parlavano già di case da sistemare, affitti da incassare, di una macchina da comprare, di vacanze da fare: «Tanti soldi e poco sbatti… quella settimana lì poi scappiamo….

Possiamo andare praticamente in vacanza».

Laura Ziliani, gli interessi economici

Il gip di Brescia spiega così il movente di questo trio formato dall'impiegata, dalla studentessa modello e dal musicista: «Risulta un chiaro interesse di tutti e tre gli indagati a sostituirsi alla vittima nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici e rientrare dell’esborso di 40 mila euro che Laura Ziliani aveva sostanzialmente imposto alle figlie per mettere a reddito alcuni appartamenti».

Laura Ziliani e la paura per le figlie

 «Un’amica di Laura mi ha detto che a Pasqua le aveva confidato di avere paura delle figlie», rivela il sindaco di Temù, Giuseppe Pasina, che ricorda: «Le ragazze uscivano poco, non avevano molte amicizie, direi caratterialmente un po’ chiuse». E la vicina di casa Nicoleta racconta al Corriere della Sera che dopo la scomparsa era andata a casa loro: «Dicevo “andiamo a cercarla”. E loro: “Non possiamo, i carabinieri non vogliono”. Non era vero. In primavera Laura mi aveva detto di aver dormito 36 ore di fila. Aveva bevuto una tisana preparata da Silvia... Per me sono dei mostri».


Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Settembre 2021, 10:45
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