Latina, ucciso ladro napoletano sorpreso in casa dall'avvocato

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di Marco Cusumano e Giovanni Del Giaccio
LATINA Il pranzo fuori casa, l'allarme che scatta, il padre che chiama il figlio e dice di andare a vedere cosa è successo. La tranquilla domenica baciata dal sole viene squarciata dagli spari che riecheggiano nella zona residenziale di via Palermo. Otto colpi che gli abitanti sentono nitidamente intorno alle 17, dando subito l'allarme. C'erano persino dei bambini che giocavano in un giardino vicino e sono fuggiti gridando per la paura.
In terra resta un uomo senza vita, la vittima è stata identificata: si tratta di un napoletano di 41 anni. Altri due fuggono, mentre quando arrivano le forze dell'ordine l'avvocato Francesco Palumbo, 47 anni, ha ancora l'arma con sé. La deteneva regolarmente, è lui ad aver aperto il fuoco trovandosi a tu per tu con i ladri. Si è presentato al civico 60, dove risiede il padre, armato e secondo una prima ricostruzione avrebbe incontrato sotto casa il palo della banda. Dietro di lui c'era la scala in alluminio appoggiata alla finestra della casa del padre, usata dai complici per entrare. A quel punto l'avvocato avrebbe urlato ai ladri di andare via, perché era armato. I malviventi, secondo la ricostruzione, a quel punto sono scesi dalla scala avvicinandosi minacciosamente al professionista. Lui ha riferito agli investigatori di essere stato aggredito, uno dei due avrebbe messo la mano in tasca con l'intenzione di tirare fuori un'arma e al quel punto lui ha aperto il fuoco, una raffica di colpi in rapida successione. Uno dei ladri è stato raggiunto - sembra alle spalle - da due proiettili all'altezza dell'emitorace sinistro, come ha appurato il medico legale, Tommaso Cipriani.
 

Ieri sera negli uffici della Questura di Latina si lavorava, comunque, a una ricostruzione più precisa della vicenda. Il professionista, figlio di un altro noto legale del capoluogo, è stato fermato e nei suoi confronti l'ipotesi del sostituto procuratore Simona Gentile è di omicidio. Lui, comunque, sostiene di essersi difeso di fronte ai tre malviventi che si è trovato davanti. Bisognerà chiarire molti aspetti: la dinamica esatta, i tempi dell'azione, la consistenza della minaccia e la proporzionalità della reazione rispetto all'aggressione. Gli investigatori della squadra mobile e quelli della polizia scientifica hanno lavorato fino a tardi sulla scena del delitto. Di sicuro i ladri erano entrati nell'appartamento dell'avvocato, al primo piano, utilizzando una scala che è stata posta sotto sequestro. Sono entrati dalla finestra ma è subito scattato l'allarme, dalla stessa scala sarebbero scesi per andarsene, forse allertati anche dalle grida dell'uomo che nel frattempo era arrivato e aveva trovato il complice che faceva da «palo». Se abbiano aperto o meno il fuoco anche loro è un altro particolare al quale lavorano gli investigatori. La pistola è legalmente detenuta dal professionista che lavora come civilista e nel settore fallimentare nel foro pontino.
«Abbiamo sentito dei colpi - raccontano i testimoni - in rapida successione, ma non abbiamo subito capito cosa stesse accadendo». Intanto sui social, come spesso accade, i dubbi sono pochi: «L'avvocato ha fatto bene». Barbara Saltamartini, deputato della Lega-Ncs non ha dubbi: «La legittima difesa in casa propria va sempre garantita».
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Ottobre 2017, 09:20