La ministra Azzolina confonde il test sierologico con l'antigenico. L'immunologa Viola la blocca: «Non servono a quello che dice lei...»

La ministra Azzolina confonde il test sierologico con l'antigenico. L'immunologa Viola la blocca: «Non servono a quello che dice lei...»

di Simone Pierini

Siamo al martedì sera del 20 ottobre, sono quasi le 21 di sera. In Italia è partita con forza la seconda ondata di contagio. Sono passati ormai oltre sette mesi dall'approdo "ufficiale" del coronavirus nel nostro Paese. In televisione, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo c'è la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. In questo contesto la ministra dimostra di non aver ancora capito la differenza tra un test antigenico e un test sierologico. Una situazione paradossale che vede un membro del governo da mesi al lavoro per contrastare la diffusione del virus nelle scuole non aver ancora compreso cosa realmente serva per diagnosticare la positività di uno studente.  

«In questo momento servono i test rapidi nelle scuole», dice la ministra. «Perché noi non possiamo mandare in quarantena i nostri studenti perché hanno un raffredore o hanno un'influenza. Bene la regione Emilia Romagna che ha messo a disposizione i test nelle farmacie affinché possano andare gli studenti e il personale scolastico a farli. Questo serve a decongestionare...», aggiunge. 

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In collegamento è però presente l'immunologa Antonella Viola, professoressa ordinaria di patologia generale presso il dipartimento di scienze biomediche dell’università di Padova e direttrice scientifica dell’istituto di ricerca pediatrica (IRP-Città della Speranza). «No, no, no...», esclama la professoressa ascoltando le parole della Azzolina. «Oggi ero io in televisione con Bonaccini e quei test che ha messo a disposizione sono test sierologici che non servono a quello che dice lei ministra, quello che servono sono i test antigenici rapidi per fare monitoraggio, ma i test sierologici non ci aiutano in questo senso», dice Antonella Viola. 

Attonita la ministra, prova a rispondere all'esperta. «Io mi sono confrontata con diverse persone nel comitato tecnico scientifico. Bisogna distinguere, se sei positivo al Covid e devi fare un controllo nella classe è chiaro che serve quello che dice lei, ma se noi mandiamo in quarantena i bambini perché hanno un raffreddore o un'influenza serve il test che dice lei o serve intanto accertarci per capire se c'è la possibilità che sia Covid o altro, perché qui c'è tutto un dibattito enorme tra gli scienziati»

«No no no, non c'è un dibattito - ribatte ancora la professoressa Viola - il test sierologico non serve per fare diagnosi, è uno strumento epidemiologico per capire quant'è la prevalenza dell'infezione nella popolazione. Non si usa a livello individuale per capire se si ha il Covid oppure no, perchè se una persona risultasse positiva al sierologico vorrebbe dire che ha sviluppato gli anticorpi e non è più contagiosa. Mentre noi vogliamo identificare le persone contagiose e per fare questo servono i test antigenici rapidi e sono quelli che devono essere usati nelle scuole. Il test sierologico non serve, è una cosa che va detta una volta per tutte»

 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Ottobre 2020, 14:50
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