La Cassazione: «Amare un'altra non basta per lasciare la moglie». La sentenza storica

La Cassazione: «Amare un'altra non basta per lasciare la moglie». La sentenza storica

Innamorarsi di un'altra donna, un nuovo 'sentimento' non giustifica l'abbandono della casa coniugale, senza nemmeno presentare la domanda di separazione giudiziale e quindi non si cappa dall'addebito per aver determinato la fine del matrimonio. Per la corte di Cassazione quindi scappare affermando di aver trovato «la storia della mia vita integra per legge la violazione dell'obbligo di coabitazione» tra coniugi, violazione che non può «non conseguire l'addebito della separazione». Quindi gli ermellini hanno accolto il ricorso di una moglie lasciata di punto in bianco dal marito malgrado «una perfetta unione materiale e spirituale».

Una mattina del maggio 2010 l'uomo, con il quale aveva due figli e una farmacia, le confessò «di essersi innamorato di un'altra donna, è la storia della mia vita, voglio separarmi». Era stata esclusa la colpa dai giudici toscani, Tribunale di Pistoia prima e Corte d'Appello di Firenze poi, dato che era chiaro che «la prosecuzione della convivenza materiale fosse divenuta difficile da sopportare per entrambi i coniugi e comunque inidonea a far venir meno la frattura del rapporto coniugale».

E soprattutto dopo la confessione del marito si sarebbe dovuto presumere che no vi era più nulla da fare se no la resa d'atto della situazione di crisi dell'unione.

Il caso è arrivato in Cassazione che afferma come il ragionamento è sbagliato e si fonda su «una mera supposizione». La decisione di non procedere all'addebito, spiega la Suprema Corte, «non si è basata su un dato di fatto certo, idoneo a comprovare che l'abbandono della casa coniugale da parte del marito, il quale non aveva confessato neppure l'esistenza di una relazione extraconiugale già in atto, bensì solo di nutrire un sentimento affettivo verso un'altra donna, sia stato determinato dal comportamento della moglie, anche in reazione a tale confessione». Ora la Corte fiorentina deve tornare sui suoi passi.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Maggio 2021, 15:47
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