Il sistema delle Regioni a colori non funziona più, serve un lockdown che sarà «inevitabile», e il mese di marzo sarà «l'ultima spaggia». È il parere degli anestesisti, in prima linea ormai da un anno in questa pandemia di Covid che sta immobilizzando il mondo. Alessandro Vergallo, presidente del sindacato dei medici anestesisti e rianimatori Aaroi-Emac, ha fatto il punto sulla situazione delle rianimazione degli ospedali italiani in un'intervista all'Adnkronos.
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Il trend in crescita di casi Covid e di ricoveri mette sotto pressione le terapie intensive e gli ospedali: «Sotto il profilo delle rianimazioni siamo davvero in affanno, se guardiamo la tendenza della curva il rialzo dei ricoveri è preoccupante. Se ci ostiniamo a prendere come indice principale la saturazione delle terapia intensive significa guardare solo l'ultima spiaggia e così è tardi per intervenire. Questo mese sarà decisivo non c'è più tempo da perdere, se occorre un lockdown che si faccia ma ora».
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Il sistema di monitoraggio Iss-ministero con le zone a colori è ancora in grado di frenare l'aumento dei casi e dei ricoveri? «Abbiamo già superato quel limite, il sistema a colori non funziona più con questi numeri - risponde Vergallo - Questo è evidente nel momento in cui consideriamo che il sistema poteva funzionare quando non c'era un'ampia diffusione sul territorio e allora aveva un senso la compartimentazione a colori delle Regioni, ma - avverte - con i focolai parcellizzati queste aree si allargano sempre di più e così anche le zone dove vanno messe delle restrizioni.
Secondo il sindacato «serve più coraggio» soprattutto confrontando la situazione attuale con quella dello scorso anno. «Se dovessimo fare una previsione a spanne confrontando i due periodi pandemici - stima Vergallo - la diffusione durante la prima ondata era stata a ritmi esponenziali perché il virus non si conosceva e in 40 gironi siamo passati da una situazione preoccupante delle terapie intensive ad una insostenibile. Oggi questo tempo verrebbe dilatato tuttavia la situazione è già critica, l'indice del 30% delle rianimazioni occupate che non dovrebbe essere superato, se guardiamo oggi ai letti reali nelle terapie intensive, è già superato. Se poi prendiamo in considerazione i posti convertibili - conclude - guadagniamo qualcosa ma non più di qualche settimana».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Marzo 2021, 15:11
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