Jenny uccisa, Sebastiano sospettato dell'omidicio si è sparato. L'ultimo post: «Rispetto per le donne»

Jenny uccisa, Sebastiano sospettato dell'omidicio si è sparato. L'ultimo post: «Rispetto per le donne»

di Mario Landi

In un post aveva messo una foto che invocava “Rispetto per le donne, l'8 marzo è tutti i giorni”. Ma era proprio lui, Sebastiano Spampinato, 30 anni, l'unico sospettato per l'omicidio di Jenny Cantarero, 27 anni, uccisa venerdì scorso davanti agli occhi di una collega a colpi di arma da fuoco a Lineri, frazione di Misterbianco (Catania) di fronte al panificio-pasticceria nel quale aveva finito il suo turno di lavoro. Il cadavere dell'uomo è stato trovato ieri in una casa disabitata nel villaggio Campo di mare, nella periferia Sud di Catania. L'abitazione sarebbe di proprietà di una zia del killer della ragazza.

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L'uomo, che lavorava in un centro scommesse dell'hinterland etneo, aveva avuto una relazione burrascosa con la ragazza.

Non ha lasciato alcun biglietto per spiegare i motivi del suo gesto.

La pistola con la quale si è ucciso, una Beretta modello 92 con matricola abrasa, insieme a due caricatori contenenti 20 proiettili calibro 9 x 21, sarà inviata al Ris di Messina per gli accertamenti balistici e per verificare se sia la stessa arma con la quale è stata uccisa la ragazza.

Secondo gli investigatori l'omicidio di Jenny era stato organizzato dal suo ex in tutti i dettagli, pianificato come una vera e propria esecuzione. Lo avevano ricostruito ascoltando la testimonianza della donna che era uscita insieme con lei dalla panetteria il giorno del delitto: insieme si erano messe in attesa della madre di Giovanna, quando quest'ultima era stata avvicinata da un uomo a volto coperto che le aveva puntato la pistola alla testa per poi far fuoco ripetutamente.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Dicembre 2021, 08:57
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