Italia-Spagna, la notte magica dopo i rigori: esplode la gioia, caroselli e festa da Cuneo a Bari

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di Mario Fabbroni

A Napoli i fuochi d'artificio hanno scandito i calci di rigore come se fossero stati i secondi che precedono la mezzanotte del Capodanno. A Roma le urla delle migliaia di ragazzi riuniti davanti ai maxi schermi in piazza del Popolo e ai Fori Imperiali hanno fatto tremare dalle fondamenta la Cttà Eterna. A Milano sotto al Duomo la festa è stata sfrenata anche se il Comune non ha organizzato spazi pubblici. A Palermo i caroselli di auto hanno letteralmente paralizzato il centro del capoluogo siciliano. Perfino il teatro Ariston di Sanremo, tempio del Festival della canzone italiana, per una sera si è trasforrnato in uno stadio. E se a Torino i cori da stadio hanno riecheggiato al Mirafiori Motor Village, le bandiere sono tornate a sventolare anche ad Alessandria, proprio dove fu issato per la prima volta il Tricolore. Ovunque bagni nelle fontane, balli e tarantelle, gioia incontenibile per gli azzurri.

 


Dopo il Covid, l'Italia è tornata sui balconi ma stavolta non c'era la grande paura a far cantare la gente e agitare milioni di bandiere. No, stavolta è il calcio che unisce il Paese in un romanzo popolare che solo il pallone che rotola sa scrivere di volta in volta, in attesa dell'ultimo capitolo.


Ritrovata una gioia antica e che si credeva smarrita.

Da Wembley a Wembley, in attesa della finalissima di domenica, lo Stivale dà un calcio al cupo passato più recente e si sfrena forse anche al di là delle regole e dei distanziamenti. Mascherine poche a dire la verità. Per una notte l'unico vaccino è quel rigore di Jorginho che butta all'inferno le Furie rosse spagnole e apre le porte di un Paradiso che ora tutti vogliono ma nessuno pronuncia per scaramanzia.


Porompompò. Porompompero. Tutti in giro. E chi ha più sonno! Cagliari urla la gioia isolana e nelle strade del centro sembrava fosse mezzogiorno, Napoli sceglie i motorini per sfrecciare in lungo e in largo mentre nei bar si brinda, la Capitale esplode anche in periferia, Firenze sceglie la voglia di stare insieme all'ombra del David, Bari si riversa sul lungomare e i tuffi in mare diventano show. Schermi un pò ovunque invece a Jesi, la città del ct azzurro Roberto Mancini nei giardini pubblici e nelle piazze del centro: qui già per Italia-Belgio era stato montato un maxi schermo davanti al Palasport con un centinaio di persone a fare pic-nic sul pratone del parcheggio.


A Cervere (Cuneo) Antonello Venditti ha spezzato in due il suo concerto per seguire il match con il pubblico e poi riprendere lo spettacolo. Il coro Grazie Roma è cambiato in Grazie Italia. E Fiesta la canzone di Raffaella Carrà, ora può diventare un inno.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Luglio 2021, 13:00
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