Il 2022 è già destinato ad essere ricordato come l’annus horribilis del clima italiano. La siccità e il caldo estremo, con la naturale conseguenza degli incendi, stanno flagellando la Penisola, da Nord a Sud. Se le regioni centrali e meridionali hanno, purtroppo, una certa esperienza con i roghi estivi, il fenomeno si sta intensificando anche al Nord, già colpito dalla siccità epocale del Po e dei suoi affluenti.
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L’ITALIA CHE BRUCIA
Dal 15 giugno, meno di un mese fa, sono quasi mille gli incendi che hanno richiesto l’intervento di vigili del fuoco, Protezione civile, esercito e carabinieri. In pratica, il triplo della media degli ultimi 15 anni. Si tratta però di un dato parziale e temporaneo, in continuo aggiornamento e probabilmente sottostimato. Discorso analogo per la superficie di terreno andata a fuoco in tutta Italia: per Coldiretti è pari ad almeno 16mila ettari, ma il dato è destinato a peggiorare con il passare dei giorni. Nessuna regione, finora, è rimasta indenne dagli incendi che si alimentano con condizioni climatiche e meteorologiche favorevoli. Nemmeno la Sardegna e la Sicilia, che già l’anno scorso avevano pagato un dazio altissimo.
LE CAUSE
Una parte non trascurabile degli incendi che stanno colpendo tutta Italia potrebbe essere di origine dolosa.
LE CONSEGUENZE
Oltre alla perdita di verde e ai danni, spesso gli interventi di contrasto agli incendi si rivelano drammaticamente complicati quando le fiamme iniziano a minacciare i centri abitati, con la necessità di evacuare i residenti. La pioggia degli scorsi giorni non è bastata ad alleviare il problema per le colture e per le altre attività collegate. Coldiretti stima un dimezzamento della produzione interna di foraggio e mais, già insufficiente per l’Italia, ma anche un netto calo per quanto riguarda riso (-30%), grano (-15%), frutta (-15%) e latte (-20%).
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Luglio 2022, 09:00
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