Isabella Noventa, la villa del delitto assegnata al fratello: "Spero di trovare il corpo"

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di Marco Aldighieri

PADOVA - La villa del delitto è stata assegnata dal Tribunale di Padova a titolo di risarcimento danni a Paolo Noventa, fratello di Isabella: la segretaria di Albignasego assassinata in quella abitazione di Noventa Padovana, la notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016, dai fratelli Freddy e Debora Sorgato e dalla tabaccaia veneziana Manuela Cacco. La casa di via Sabbioni 11, il 18 settembre del 2019, se la era aggiudicata all’asta una giovane padovana, ma i soldi per l’acquisto definitivo non sono mai arrivati. La ragazza ha rinunciato alla proprietà, rimettendoci 25 mila euro già versati come acconto. L’8 ottobre dell’anno scorso, l’immobile è stato di nuovo battuto all’asta a 341 mila euro, e un uomo si è fatto avanti per acquistarla: ha presentato un’offerta di 250 mila euro considerata però troppo bassa. E così Paolo Noventa, affiancato dal suo legale Stefania Lazzaro, ha chiesto e ottenuto dal Tribunale l’assegnazione della villa dove è stata massacrata e uccisa sua sorella. Una decisione forte, perché quel luogo è il simbolo dell’efferato omicidio e dei misteri sulla fine del corpo.

 
IL MOTIVO
«Quella villa - ha spiegato Paolo Noventa - ha un valore di 341 mila euro. L’ultima offerta è stata troppo bassa, così come risarcimento danni ho chiesto e ottenuto dal Tribunale l’assegnazione dell’immobile. Al solo pensiero di entrarci mi viene male. Né io e né i miei parenti andremo mai a vivere in quella casa». L’obiettivo di Paolo Noventa è venderla il prima possibile, appena l’immobile verrà dissequestrato. Di fatto una mera questione burocratica, dopo che i supremi giudici della Corte di Cassazione, lo scorso 18 novembre, hanno confermato la condanna a trent’anni di carcere per l’ex proprietario della villa, l’autotrasportatore Freddy Sorgato. «Appena ci sarà il dissequestro - ha proseguito Noventa - mi attiverò per venderla. Vale molto di più delle offerte ricevute durante le aste». Ma in cuor suo il fratello di Isabella, da quella abitazione in mezzo ai campi non distante dal fiume Brenta, vuole ottenere di più del semplice denaro. La speranza di ritrovare il corpo della sorella non si è mai spenta e forse, nella villa e nei terreni tutti attorno, ci sono ancora tracce potenzialmente utili per scoprire il luogo di occultamento del cadavere. «Non mi illudo perché sono consapevole dell’ottimo lavoro svolto dagli inquirenti.

La casa e i campi circostanti sono stati passati al setaccio più volte, con i cani e i georadar. Ma la speranza, come si sa, è sempre l’ultima a morire. E così appena entrerò in possesso della proprietà, cercherò ovunque possibili tracce di Isabella. Il primo passo è vedere se emotivamente riuscirò a varcare la soglia. Non è facile. Lì hanno ucciso mia sorella». 


LE PISTOLE
La Cassazione ha messo la parola fine al delitto Noventa, ma il 29 gennaio al tribunale di Padova, sarà ancora protagonista in aula Freddy Sorgato. Il “ballerino” è imputato per avere detenuto illegalmente un arsenale. Tra cui le due famose pistole riconducibili a lui e sua sorella, con quest’ultima già uscita di scena con un patteggiamento a un anno. Nell’occasione Freddy, dietro alle sbarre di una cella del Due Palazzi dal 16 febbraio del 2016, ha la possibilità di rilasciare dichiarazioni spontanee davanti ai giudici del Tribunale collegiale. «Io il 29 gennaio ci sarò - ha concluso Paolo Noventa - perchè voglio vedere in faccia Freddy».
Le pistole sono un’Astra di fabbricazione spagnola 9x21 e una Beretta calibro 7.65 con relative munizioni. Poi gli uomini della Squadra mobile sequestrano a Freddy anche altre tre pistole (una Colt 38 special, una Beretta 9x21 e una Smith & Wesson) e un fucile da caccia con relativo munizionamento. Armi tutte denunciate dal ballerino colpevole però, secondo l’accusa, di non avere informato la Questura del trasferimento di quella Santabarbara dall’abitazione di via Vivaldi dove viveva alla sua, ora, ex villa.
 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Marzo 2023, 08:16
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