L'olio più forte del Covid: in pieno lockdown l'ingegner Francesco Di Mino trasforma un vecchio uliveto e vince premi in tutto il mondo

L'olio più forte del Covid: in pieno lockdown trasforma un vecchio uliveto e vince premi in tutto il mondo

di Rita Vecchio

L'eccellenza di un olio nasce dalla qualità della materia prima, ma soprattutto dalle storie. Dal racconto. Questo è quello di Francesco di Mino, ingegnere siciliano che un giorno del 2020, in pieno lockdown, ha deciso di prendersi cura di un uliveto lasciatogli dal padre Salvatore scomparso poco tempo prima: «Quest'olio lo considero un gesto di gratitudine nei confronti di mio padre. Gli uliveti li ha creati lui, era legato a queste terre. E io e lui condividevamo la passione per le olive».


Da qui nasce l'Olio Di Mino, con uliveti secolari nella contrada Scintilia di Grotte, a pochi chilometri dalla Valle dei Templi di Agrigento. É l'olio siciliano che batte il tempo, in pochissimo tempo infatti viene pluripremiato in tutto il mondo (il Golden medal di Berlino e la medaglia d'argento al London Olive Oil Competion Award 2021). Due IGP monocultivar di Nocellara del Belice e di Biancolilla, con certificazione bio, un blend bio e coratina bio che hanno come denominatore comune l'eccellenza.

Un olio giovane, nato in tempo di pandemia. Ma le origini risalgono a tre generazioni fa. «È stato un momento difficile, non solo a livello pandemico. - racconta Di Mino - La perdita di mio padre dopo quattro anni di malattia. Il giorno dopo, a me si chiarisce tutto: anziché vendere soltanto olive agli altri, decido di rilanciare e produrlo io. E di impegnarmi a valorizzare quello che avevo con una visione più concreta, più realista e moderna, ricordandomi di una frase di un detto siciliano: se limoni hai, limonate devi fare.

Che tradotto significa valorizzare quello che si ha. Per cui, metto insieme tutte le forze e riparto. Siamo in pieno lockdown. Da questo momento così buio, riscopro creatività. Cerco un frantoio, mi adopero per le etichette, le scelgo nel rispetto dell'ambiente. Coinvolgo tutta la famiglia. Il risultato è un ottimo olio».

E in soli due anni da 2000 bottiglie si arriva a 4000 e con un aumento del 20-30% del potenziale qualitativo. «Forse sembrerà velleitario, ma poiché è fatto con il cuore, per me è una strada da percorrere. Il valore aggiunto è la semplicità». Le olive vengono raccolte ed entro solo quattro ore trasportate alle falde dell'Etna «per la molitura in un frantoio di grande qualità». Certo, sull'olio la strada è ancora lunga. «Il tappo anti rabbocco è indice di sicurezza, ma nei ristoranti c'è la carta dei vini, ma non quella dell'olio. - conclude - Per me, però, adesso, l'olio è la prova che dai momenti bui e tristi che ognuno di noi attraversa, bisogna avere il coraggio di ripartire e di farlo buttando il cuore oltre l'ostacolo».

 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Dicembre 2021, 19:02
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