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La Lombardia 'sfratta' dagli hotel infermieri e operatori del Sud. Poi il dietrofront: «Restino fino a fine luglio»
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Fino a poche settimane fa erano eroi da applaudire, ora evidentemente sono pesi da smaltire. Quando la Regione Lombardia ha realizzato l’ospedale alla Fiera di Milano, in piena emergenza per la pandemia di coronavirus, a infermieri e operatori sanitari da tutta Italia era stato offerto l’alloggio in hotel con spese garantite fino a fine luglio: e in parecchi avevano risposto soprattutto dal Sud.
Pochi giorni fa però la doccia fredda: ai lavoratori è stato chiesto di lasciare le camere, perché evidentemente di loro, a emergenza finita - nonostante i contagi in Lombardia siano ancora diverse decine al giorno - non c’era più bisogno. Uno “sfratto” che ha fatto infuriare chi si era trasferito a centinaia di km di distanza da casa per lottare contro il Covid-19 e contribuire a salvare delle vite.
«Avevo risposto alla chiamata dalla Sicilia, ma senza alloggio pagato non posso mantenermi a Milano», le parole di un infermiere al Corriere della Sera. Un’operatrice socio sanitaria aggiunge: «Non ci hanno dato alcun preavviso». Una situazione paradossale, considerando le scene che si vedevano nei video sui social postati fino a due mesi fa, con le sirene che risuonavano nell’aria mentre si applaudivano gli eroi medici e infermieri.
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