Incinta dell'alunno, la prof al gip: «Niente sesso fino ai suoi 14 anni, volevo rispettare la legge»

Incinta dell'alunno, la prof al gip: «Niente sesso fino ai suoi 14 anni, volevo rispettare la legge»
Niente sesso fino ai 14 anni per 'tutelarsi' dalla legge: è la versione della 31enne rimasta incinta a Prato di un suo studente a cui insegnava inglese, ora 15enne, da cui ha avuto un bimbo di pochi mesi dopo aver avuto una relazione. Nell'ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal gip nei confronti della donna, operatrice sociosanitaria, si legge come «fin dal marzo del 2017 aveva iniziato a provare dei sentimenti per il minore, ma non vi erano stati rapporti sessuali fino al compimento del suo quattordicesimo anno, proprio perché ella sapeva che fino ad allora la legge non considera valido il consenso agli atti sessuali del minore».

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«L'11 marzo 2019 l'indagata assistita dai difensori si presentava spontaneamente dal P.M. per rendere dichiarazioni, seguite da interrogatorio - si legge nell'ordinanza -. Nel contesto di tali dichiarazioni, riferiva di aver conosciuto il minore nel 2015 in ragione della frequentazione della palestra dove anche suo figlio andava. Riferiva di essere stata incaricata dai genitori del ragazzo di aiutarlo nella preparazione della tesina di inglese per l'esame di terza media (...) Collocava il primo rapporto sessuale alla metà di novembre 2017 (...) Prima di allora non aveva mai manifestato la propria attrazione al minore, sapendo che i rapporti sessuali non erano consentiti dalla legge
».

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«Successivamente le ripetizioni non c' erano più state e il ragazzino si recava da lei usando con i genitori la scusa di recarsi da un amico. Da tali incontri sessuali riteneva fosse scaturita la sua seconda gravidanza, dalla quale era nato il piccolo il 5.08.2018, che man mano che cresceva assomigliava sempre più al suo 'studente'. Lo aveva informato che egli era il padre del bambino e questi le aveva chiesto e continuava a chiederle di non dirlo ai suoi genitori», si legge ancora nell'ordinanza.

«Riferiva che dal novembre 2017 gli incontri erano proseguiti fino a luglio 2018 con cadenza di una volta alla settimana o più di rado, poi erano ripresi a settembre 2018 e proseguiti fino a febbraio 2019. Aveva informato suo marito della sua relazione quando si era accorta di essere incinta, e della probabile paternità del bambino; al momento del riconoscimento del figlio, secondo quanto riferito dall'indagata, il marito sarebbe stato quasi certo di non esserne il padre biologico».


"VERSIONE SMENTITA DALLE CHAT" «La versione a discolpa data dall'indagata, la quale ha riferito che pur provando dei sentimenti per il ragazzino fin dal marzo del 2017 ella non avrebbe mai palesato tali sentimenti, proprio perché consapevole che la legge non considerava valido il consenso del minore fino ai quattordici anni ad eventuali rapporti sessuali (...) appare frutto di una precisa linea difensiva che si ritiene smentita dal tenore delle conversazioni whatsapp tra la 31enne e il minore con riferimento al periodo in cui quest'ultima frequentava l'abitazione del minore per impartire le ripetizioni, e dunque, fino all'inizio dell'estate del 2017», si legge però nell'ordinanza.

Tra i messaggi presi in considerazione quello del 6.7.2017, alle 14.10, quando la 31enne scrive al ragazzino «a te ti devo parlare» e poi, il giorno seguente, «devo dirti una cosa», «rispondi per favore». E ancora: «perché mi eviti? Non sono scema»; «so che mi hai detto balle»; «il tuo letto era disfatto ...sono particolari importanti»; «non mi raccontare cavolate e non cercare di evitarmi ok?». «Il tenore di tali messaggi non appare congruente con la prospettiva di un semplice rapporto - scrive il gip - seppur confidenziale, tra un minore e una conoscente che gli impartisce lezioni di inglese (...) L'indagata oltre che a disvelare, contrariamente a quanto dalla stessa affermato in sede di interrogatorio, i propri sentimenti per il minorenne, si mostra infastidita dal fatto di non ricevere dal tredicenne le attenzioni desiderate e lo rimprovera di non essere del tutto sincero con lei
».

«
Che l'interessamento, del tutto palese in questa fase, si connoti sessualmente emerge dal messaggio con il quale la donna commenta il fatto che il letto del minorenne era disfatto, aggiungendo che si tratta di 'particolari importantì: trattasi di reazione altamente indicativa di un coinvolgimento intimo, e già connotato da gelosia come dimostrato dall'insistenza con la quale l'indagata reclama le attenzioni del minore (...) I rapporti sessuali che si assumono essere accaduti risultano integrare la fattispecie delittuosa degli atti sessuali con minorenne atteso che il minore (...) al momento del fatto non aveva compiuto il quattordicesimo anno di età».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Marzo 2019, 20:22
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