L’aliscafo per Ischia si schianta contro il molo, 19 turisti feriti

L’aliscafo per Ischia si schianta contro il molo, 19 turisti feriti

di Giammarco Oberto

Andavano a Ischia ma sull’Isola Verde non sono mai arrivati. Il viaggio sull’aliscafo della compagnia Alilauro è finito prima ancora di cominciare, con un terribile schianto contro il molo di San Vincenzo, durante le operazione di uscita dal porto di Napoli. A bordo c’erano 115 persone. Tanta paura, ma per fortuna solo feriti non gravi, anche se una bimba di pochi mesi ruzzolata a terra dalla carrozzina è ancora ricoverata in ospedale. L’incidente è solo l’ultimo di una serie nera che sta funestando questo avvio di vacanze, con mari trafficati come autostrade da barche e natanti, spesso condotti con imprudenza o imperizia e senza osservare le regole della navigazione.

LA DINAMICA. L’aliscafo Città di Forio aveva mollato gli ormeggi al Molo Beverello alle 12,10 diretto ad Ischia con 115 passeggeri a bordo. Per cause che la Capitaneria deve ancora accertare, mentre si trovava ancora all’interno del porto di Napoli ha improvvisamente virato verso destra finendo per sbattere contro le banchine del San Vincenzo. Alla fine diciannove persone hanno avuto bisogno delle cure mediche: alcune sono finite in ospedale, dove tuttora ne restano ricoverate due in condizioni che vengono definite «serie». Tra loro una bimba di poche settimane che - hanno raccontato i testimoni - al momento dell’urto è stata sbalzata dalla carrozzina in cui si trovava, finendo a terra. La piccola è stata soccorsa dalla guardia costiera che l’ha caricata con i genitori su una motovedetta e portata a terra, dove è stata caricata in ambulanza e trasportata d’urgenza in ospedale.

PORTO CERVO. È stata una virata improvvisa a causare l’incidente nautico del 31 luglio a Porto Cervo, quando lo yacht Amore di 21 metri si è schiantato sugli scogli nel golfo del Pevero, in Costa Smeralda.

Ne è certa la procura di Tempio Pausania, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e lesioni. Nell’urto ha infatti perso la vita il manager tedesco con passaporto britannico Dean Kronsbein, 63 anni, Ceo di un’azienda medica fra le maggiori produttrici di filtri medicali e mascherine anti Covid dell’intero Regno Unito, e quattro persone sono rimaste ferite, fra cui - in maniera grave - la moglie e la figlia della vittima. La procura ieri ha iscritto nel registro degli indagati due persone: si tratta dei comandanti dell’Amore e della Sweet Dragon, imbarcazione di proprietà della famiglia Berlusconi. Secondo la Guardia costiera di Olbia, l’Amore avrebbe eseguito una virata improvvisa - finendo contro gli scogli - per evitare la collisione con la Sweet Dragon.

ARGENTARIO. Il 23 luglio nelle acque dell’Argentario, tra Porto Ercole e l’isola del Giglio, un altro drammatico scontro, questa volta tra un motoscafo e una barca a vela, probabilmente per una precedenza non rispettata e l’alta velocità della barca a motore. Bilancio tragico tra gli occupanti della barca a vela: è morto Andrea Giorgio Coen, 59 anni, e dopo 11 giorni ancora non si trova Anna Claudia Cartoni, 60 anni, insegnante di ginnastica. Sono stati indagati sia il conducente del motoscafo che il timoniere della barca a vela.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Agosto 2022, 06:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA