Morire di lavoro, tre vittime al giorno e incidenti in aumento nell’Italia che riparte. «La metà delle tragedie durante il trasporto»

I dati Inail. Oggi la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro

Morire di lavoro, tre vittime al giorno e incidenti in aumento nell’Italia che riparte. «La metà delle tragedie durante il trasporto»

di Valeria Arnaldi

Oltre mille, 1090 per la precisione secondo i dati Inail, dunque, circa tre al giorno. Tante sono le persone che, nel 2022, hanno perso la vita sul lavoro. E se è vero che il dato è in calo del 10,7% rispetto all’anno precedente, quando le vittime sono state 1221 – ma nel 2019, pre-Covid, erano 1089 - lo è altrettanto che il numero degli infortuni, invece, continua a crescere. Nel 2022, infatti, c’è stato un rialzo del 25,7% sul 2021, nonché del 25,9 rispetto al 2020 e dell’8,7 sul 2019. Non solo. Ad aumentare sono anche le malattie professionali, ormai tornate ai livelli pre-pandemia, con +9,9%.

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Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro

 

Nella Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, che si celebra oggi (insieme alla Giornata mondiale delle vittime dell’amianto), dunque, il bilancio per la sicurezza sul lavoro è decisamente nero. Sale il numero di infortuni in occasione di lavoro, con +28%, e cresce anche quello degli incidenti in itinere, ossia nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto in cui il lavoro viene svolto, con +11,9%. I primi sono saliti addirittura del 113,1 in Sanità e assistenza sociale, e del 79,3 in Trasporto e magazzinaggio, senza dimenticare un rialzo del 55,2% nelle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione. Crescono pure gli incidenti che vedono protagoniste le donne, +42,9 per cento, e lo fanno in modo decisamente più alto di quelli che vedono coinvolti uomini, comunque in aumento, con +16 per cento. Negli infortuni in itinere, il numero dei casi mortali è salito del 21 per cento.

Malattie professionali

 

Sensibilmente elevati anche i casi di infezioni di origine professionali: sono stati oltre 117mila - 117.154 - nel 2022, erano poco più di quarantaduemila nel 2021. In testa, per ovvi motivi in epoca Covid, le professioni sanitarie, a partire dai tecnici della salute, seguiti da operatori socio-sanitari e medici. Al di là del Covid, però, sono quasi 61mile le patologie legate al lavoro, tra le quali circa 39mila del sistema osteo-muscolare.

Poi, malattie del sistema nervoso, con oltre settemila denunce, e quelle dell’orecchio, quasi quattromila casi.

Ancora, tumori, con 1.630 casi denunciati, e malattie del sistema respiratorio. Tra queste ultime, spiccano malattie della pleura e dei polmoni. E la causa principale è l’amianto. Stando all’Istituto Superiore di Sanità, solo nel periodo 2010-2016, sono stati stimati 4.410 decessi all’anno attribuibili ad esposizione ad amianto.

«La metà delle tragedie durante il trasporto»

 

Stefano Massera, direttore tecnico di EPC-Informa, portavoce del Safety Expo, che si terrà il 20 e 21 settembre a Bergamo Fiera, perché ancora tanti morti sul lavoro?

«I fattori sono molteplici. Sicuramente, una delle cause scatenanti è da ricondurre ad abbattimento dei costi e aumento delle catene dei subappalti: più si subappalta, più si va a risparmiare, ma anche sulla sicurezza. E poi, c’è un fattore cultura».

Come si può garantire un’adeguata sicurezza sul lavoro?

«La ricetta è solo una: lavorare bene, che vuol dire gestire bene i processi, la catena dell’approvvigionamento e via dicendo. Se lavoro per fare le cose al meglio, devo gestire così tutti i processi, quindi, formazione, competenza e sicurezza».

Com’è la situazione italiana?

«In Italia abbiamo un’enorme frammentazione del tessuto produttivo. Oltre l’80% degli infortuni si verifica in aziende al di sotto dei nove dipendenti. Le imprese piccole sono quelle che soffrono maggiormente le difficoltà economiche e la crisi, dunque, sono anche più in difficoltà quando si tratta di garantire la sicurezza».

Altri fattori critici?

«Il trasporto. In Italia, si fa tantissimo su gomma e quasi la metà degli infortuni mortali sul lavoro avviene proprio in queste situazioni. Si è investito poco su ferrovie e trasporti marittimi. Da non dimenticare anche un apparato normativo complesso».

La crisi rischia di peggiorare la situazione?

«Certo. Abbiamo leggi che impedirebbero di risparmiare sulla sicurezza, ma quando si risparmia, sappiamo che si taglia ovunque e questo vale più per i piccoli che per i grandi».

Come si può intervenire?

«Servono controlli e non bastano le multe. Servono regole che leghino l’accesso al mercato al rispetto delle norme sulla sicurezza. L’Italia di oggi è diversa da quelli di venti anni fa. Abbiamo portato all’estero i settori più rischiosi, le vittime dovrebbero essere decisamente meno di quelle che ancora si registrano».

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Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Maggio 2023, 00:00
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