Imprenditore suicida, la lettera di Riccardo Morpurgo

«Così muore un imprenditore solo contro la crisi»: la lettera lasciata da Riccardo Morpurgo prima del suicidio
Nel primo pomeriggio di venerdì il corpo senza vita dell’ingegnere Riccardo Morpurgo, imprenditore edile di 64 anni, è stato trovato in un casolare, adiacente a un capannone della sua impresa, in località Molino Marazzana di Senigallia. Morpurgo aveva scritto una lettera che la famiglia ci ha affidato affinchè venisse resa pubblica, come da sua stessa richiesta. La figlia l’ha letta ieri pomeriggio al termine del funerale che si è svolto presso il cimitero ebraico. Una lunga missiva in cui l’imprenditore edile racconta il dramma di essersi trovato solo a fronteggiare la crisi che ha travolto il settore edile. Parole che contengono il dolore e l’impotenza di fronte a un sistema che non l’ha aiutato come invece ci si sarebbe augurato. La lettera è stata diffusa solo ad esequie avvenute. 


LA LETTERA
Una crudele, sfinente ed umiliante alternanza tra illusione e repentina disillusione, tra fiduciosa, e finalmente luminosa, speranza ed immediata cocente delusione, e così per anni, in attesa di una positività alla quale non credo più. Ed allora queste brevi parole per giustificare un passaggio terreno che non può ridursi ad una supina ed inerme accettazione degli eventi: lo debbo ai miei figli ed a mia moglie che mi hanno sempre gratificato di una cieca fiducia e che certo non approveranno, lo debbo ai miei collaboratori, tutti ragazzi eccezionali che certamente hanno pieno diritto ad un futuro meno funereo di quello che invece si vuole loro prospettare, lo debbo ai miei tanti amici cari che molto patiranno, lo debbo a me stesso che della onestà, dell’etica, professionale e non, della libertà e giustizia sociale ho fatto un credo incrollabile.
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Aprile 2019, 11:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA