Stava male da qualche giorno, aveva la nausea e vomitava. Pensando fosse una gastrite, non è andato al pronto soccorso, come gli aveva suggerito la sua compagna, nonché collega d'ufficio, che lo ha trovato senza vita in uno dei bagni del comune di Pescara. Ad ucciderlo, un infarto. Guido D'Alleva, architetto, avrebbe potuto salvarsi se avesse ascoltato il consiglio della compagna, Chiara Mazzocchetti che ora non riesce a trovare pace nella disperazione, scrive Il Messaggero.
Situazione disperata
L'architetto era andato di corsa in bagno, dove si era chiuso, per un attacco di nausea, subito dopo aver preso un farmaco. Non vedendolo tornare, la compagna, insieme ad un collega di lavoro, ha iniziato a colpire la porta del bagno con tutte le forze, sfondandola. A terra, c'era l'uomo riverso su un fianco. Immediata la chiamata d'emergenza al 118 che dopo pochi minuti ha inviato sul posto ambulanza e medici: per lunghi minuti il tentativo di rianimarlo, ma Guido era ormai privo di vita.
Vittima molto stimata
La vittima aveva 51 anni e da cinque lavorava al Comune di Pescara, un professionista esperto e stimato per la sua disponibilità e cordialità. «Uno dei più bravi architetti pianificatori che il Comune potesse vantare» ha aggiunto il consigliere comunale Giampiero Lettere, «Guido era un amico di famiglia, lo conoscevo da sempre» le parole di Eugenio Seccia, assessore.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Novembre 2022, 15:06
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