Il viale, la Yabluska, attraversa Bucha. Ed è punteggiato da fagotti che invece sono corpi. Tutti in abiti civili, uno abbattuto con una fucilata mentre andava in bici. Alcuni cadaveri hanno le mani legate dietro la schiena da nastri bianchi, quelli che i civili si legano al braccio per segnalare di essere disarmati. Altri sono stati vittime di esecuzioni sommarie con colpi alla nuca. In questa cittadina a 30 chilometri a nord-ovest di Kiev i russi si sono ritirati e dietro si sono lasciati quella che Kiev definisce «un’apocalisse».
Ucraina, la denuncia: «I russi usano lo stupro davanti ai figli come un'arma di guerra»
Il capo negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak usa questa immagine: «Bucha, una Srebrenica del 21° secolo», la cittadina bosniaca teatro del genocidio di ottomila musulmani nel 1995. I dintorni di Bucha sono costellati da fosse comuni, ha denunciato il sindaco Anatoly Fedoruk: «Ci sono almeno 280 corpi». Alcuni li hanno già disseppelliti. Tra i corpi c’era anche quello di Oleksandr Sukhenko, ex calciatore del club Seagull Second League. Vicino a lui i cadaveri della madre Olga, capo del villaggio di Motyzhyn, nel distretto di Bucha, e suo padre Igor Sukhenko, presidente della squadra di calcio locale Kolos.
Bucha, Gostomel, Irpin: in tutto l’Oblast di Kiev riconquistato dalle forze ucraine ci sono prove di esecuzioni di civili.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Aprile 2022, 13:14
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