Bende e gambe amputate, ecco la catacomba Azovstal

Bende e gambe amputate, ecco la catacomba Azovstal

di Giammarco Oberto

Un ospedale come sono quelli partoriti dagli incubi. Interventi chirurgici fatti con strumenti di fortuna, nel semibuio. Brande miserabili, stracci per lenzuola. E i pazienti: buttati ovunque, uno sull’altro, brandelli di divise addosso, bende imbevute di sangue. Braccia mancanti, gambe amputate. Ferite da schegge e da proiettili. Sulle foto diffuse sui social dai consiglieri comunali di Mariupol c’è una sola didascalia: «Ecco come appare l’ospedale di Azovstal». Immagini scattate con il flash, il buio che si squarcia all’improvviso rivelando un’umanità sfregiata dalla guerra. Sono i feriti di quel che resta dei marines della 36ª brigata Bilinsky, rintanati nei meandri dell’acciaieria mentre l’artiglieria russa spianava la città martire.

Benvenuti nelle catacombe della Azovstal.

Il copyright è di Putin: «Non vale la pena rischiare vite russe in quelle catacombe». E allora ci pensano i ceceni, a martellare quella fortezza siderurgica ritenuta inespugnabile con bombe anti bunker. Le tane dei marines ucraini tremano e crollano. Con loro si nascondono anche intere famiglie. Duemila persone, donne, bambini, anziani, molti feriti. L’ultimo disperato appello dei consiglieri comunali che hanno diffuso le foto: «I civili sono in condizioni antigieniche, terribili. Senza farmaci. La situazione è catastrofica, mancano acqua potabile e cibo. Queste persone devono essere salvate. Immediatamente».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Aprile 2022, 06:00
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