Un ospedale come sono quelli partoriti dagli incubi. Interventi chirurgici fatti con strumenti di fortuna, nel semibuio. Brande miserabili, stracci per lenzuola. E i pazienti: buttati ovunque, uno sull’altro, brandelli di divise addosso, bende imbevute di sangue. Braccia mancanti, gambe amputate. Ferite da schegge e da proiettili. Sulle foto diffuse sui social dai consiglieri comunali di Mariupol c’è una sola didascalia: «Ecco come appare l’ospedale di Azovstal». Immagini scattate con il flash, il buio che si squarcia all’improvviso rivelando un’umanità sfregiata dalla guerra. Sono i feriti di quel che resta dei marines della 36ª brigata Bilinsky, rintanati nei meandri dell’acciaieria mentre l’artiglieria russa spianava la città martire.
Benvenuti nelle catacombe della Azovstal.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Aprile 2022, 06:00
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