Ucraina, Ue pronta a colpire porti, petrolio e carbone russi. Ma sul gas si spacca: c'è il veto tedesco

Imminente il quinto pacchetto di sanzioni. Germania e Austria contro l'embargo di Gazprom

Ucraina, Ue pronta a colpire porti, petrolio e carbone russi. Ma sul gas si spacca: c'è il veto tedesco

di Alessandra Severini

Il massacro e l’orrore di Bucha accelerano l’adozione di nuove sanzioni contro la Russia. L’Unione europea è pronta a varare un quinto pacchetto di misure contro la Russia che comprenderebbe anche delle restrizioni alle importazioni energetiche. Fermare l’arrivo di petrolio, gas e carbone varrebbe all’incirca 800 milioni al giorno ma molti Paesi sono ancora troppo dipendenti dal gas russo per potervi rinunciare. La Germania prima fra tutti frena: «Interrompere le importazioni di gas nel breve termine non è possibile e danneggerebbe più la Ue che Mosca» dice il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. Sulla stessa linea della Germania c’è l’Austria che preferirebbe «altre opzioni» all’embargo sul gas russo.

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La proposta è di bloccare per il momento petrolio e carbone e di elaborare una strategia a medio termine per sganciarsi dalla dipendenza dal gas. L’Europa insomma è ancora spaccata e alcuni Stati, come la Polonia, accusano Berlino di frenare sull’adozione di nuove sanzioni. La Francia spinge su nuove restrizioni anche se il presidente Macron si muove con cautela, evocando misure sul carbone e sul petrolio ma senza menzionare gli acquisti di gas sebbene la Francia abbia molti meno problemi di dipendenza energetica dalla Russia. L’Italia si adeguerà alle decisioni dei partner europei ed è pronta a rinunciare al gas russo la cui mancanza, con la bella stagione, può essere compensata dalle riserve esistenti.

Altre sanzioni di cui si discute comprendono il blocco dei porti europei alle navi e alle merci russe, nuovi blocchi all’import di prodotti russi e all’export verso Mosca soprattutto di materiali da costruzione. Sarà poi ampliato il numero degli oligarchi sanzionati. Nel frattempo sia Francia che Germania hanno espulso decine di diplomatici russi, mentre la Lituania ha direttamente cacciato l’ambasciatore di Putin a Vilnius.

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Di certo si sa che il nuovo pacchetto di sanzioni arriverà presto. «Per noi nessuna misura è esclusa – ha detto il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni – quello che abbiamo visto merita una reazione ulteriore». Già nella riunione dei ministri dell’Economia europei si è cominciato a delineare le misure ma domani, con la riunione degli ambasciatori europei, il quadro potrebbe diventare più chiaro. Se necessario a trovare una posizione comune dell’intera Unione europea potrebbe essere convocato anche un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo. Dalla Russia il ministro degli esteri Lavrov parla ancora una volta di sanzioni «illegali e illegittime che danneggiano prima di tutto l’economia mondiale».


Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Aprile 2022, 07:35
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