Green pass, domani scatta l'obbligo: controlli saranno a campione, incognita tamponi. E c'è il nodo portuali

Green pass, domani scatta l'obbligo: controlli saranno a campione, incognita tamponi. E c'è il nodo portuali

Alessandra Severini
Scatta domani l'obbligo di Green pass per tutti i lavoratori. Chi non lo ha dovrà essere allontanato dal posto di lavoro e ciascun giorno di mancato servizio conterà come una assenza ingiustificata: niente contributi né calcolo dei giorni di ferie. Nel Dpcm firmato da Draghi si chiariscono alcune norme su controlli e sanzioni. Per i controlli si consiglia l'utilizzo di modalità di accertamento che non determinino ritardi o code all'ingresso. Nelle grandi aziende la modalità più usata sarà quella dell'integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code nei sistemi di controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura.
Gli accertamenti dovranno avvenire tutti i giorni, in maniera generalizzata o a campione purché in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione che assicuri, nel tempo, il controllo su tutto il personale dipendente. Il titolare dell'azienda dovrà controllare anche i green pass dei lavoratori autonomi che prestano i propri servizi all'impresa. Nei casi di specifiche esigenze organizzative, il datore di lavoro può verificare il possesso del green pass con anticipo rispetto al momento previsto per l'accesso in sede da parte del lavoratore.
Nelle linee guida si fa riferimento anche a casi un po' ambigui. Per esempio, chi prende un taxi non deve chiedere la certificazione all'autista, né devono farlo i clienti di estetisti e parrucchieri. Confermate le sanzioni per il datore di lavoro che non controlla (da 400 a 1.000 euro) e per il lavoratore privo di Green pass (da 600 a 1.500 euro). Si conferma inoltre che l'obbligo di certificazione non fa venir meno le regole sulla sanificazione delle sedi aziendali, sull'uso delle mascherine e sui distanziamenti.
I sindacati, che ieri hanno avuto un incontro con il ministero del Lavoro ed il ministero della Salute, ritengono però che siano ancora «tante le questioni da risolvere sul green pass nei luoghi di lavoro». Tra queste il tema del costo e della disponibilità dei tamponi, quello del riconoscimento dei vaccini non Ema e quello dei controlli. Molte colf e badanti per esempio sono vaccinate con Sputnik che non è riconosciuto dalla Ue e non dà diritto al Green pass. Anche i presidenti di Regione sollevano preoccupazioni: temono di non essere in grado di garantire l'effettuazione di milioni di tamponi.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Ottobre 2021, 08:21
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