Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano, un italiano su due ha avuto la seconda dose ma i contagi crescono: cosa non sta funzionando?
«Il vaccino sta facendo il suo lavoro ma dobbiamo considerare le varianti. La Delta, la più contagiosa, attacca ovviamente i non vaccinati ma riesce ad insinuarsi anche in chi ha fatto solo una dose».
Che protezione c’è con una o due dosi?
«Il vaccino difende dal Covid nel 71% dei casi con una dose e nell’87% con due dosi. Riduce l’ospedalizzazione dell’81% con una dose e del 95% con due, mette al riparo dalle forme più gravi della malattia nell’88% dei casi con una dose e nel 97,3% con due dosi. Riduce l’evento morte nel 79% dei casi con una dose, con due dosi nel 96%».
Perché la Delta modifica tanto le percentuali?
«Ha una maggiore contagiosità per cui R0 passa da 2,5 a 7. Purtroppo sta coinvolgendo molto i giovani: tra loro la situazione diventa grave solo nell’1% dei casi ma quando accade non è una passeggiata».
Per i 40enni?
«Devono vaccinarsi. Se dobbiamo convivere con il virus, il vaccino è fondamentale».
Allargherebbe l’uso del green pass nella vita quotidiana?
«Dovremmo pensare ad attrezzarci a vari scenari e tararci sul peggiore.
In che modo?
«Se oggi decidiamo di chiedere il green pass sugli autobus creiamo il caos tra coloro che, per diversi motivi, non hanno iniziato o completato la vaccinazione. La tempistica va scandita con l’andamento epidemiologico. Ad esempio farei partire il green pass per riaprire le discoteche o per festeggiare eventi come i matrimoni».
C’è chi ne fa un discorso di libertà. Verrebbe violata?
«Da sempre la libertà e gli interessi collettivi sono mediati dalla politica. Per farmi capire meglio: andare a 300 km orari con una bella auto può dare un gran bel senso di libertà per chi possiede l’auto. Ma si mette seriamente in pericolo la vita propria e quella degli altri».
È d’accordo con l’obbligo per i docenti e gli impiegati pubblici?
«Sì, è triste anche solo doverne parlare come per il personale sanitario. I docenti sono a rischio sia per l’età sia perché sono a contatto con i giovani, spesso asintomatici. In più devono garantire una continuità sul lavoro».
Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Luglio 2021, 08:15
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