Green pass e locali, il Viminale: i gestori sono autorizzati ma non obbligati a controllare i documenti La circolare

Green pass e locali, il Viminale: i gestori possono controllare i documenti in caso di «palese falsità o abuso» La circolare

Green pass e locali, le ultime novità. I gestori dei locali sono tenuti a controllare il Green pass ai clienti e sono autorizzati a verificarne i documenti d'identità, seppur non obbligati a farlo. Lo chiarisce la circolare del Viminale . «La verifica dell'identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione». Si legge nella circolare che chiarisce le modalità di verifica del Green pass, anche da parte degli esercenti. Inoltre «nelle suindicate fattispecie l'avventore è tenuto all'esibizione del documento di identità».

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In caso non si accerti la corrispondenza tra il certificato e l'identità del possessore, «la sanzione risulterà applicabile nei confronti del solo avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell'esercente». È quanto chiarisce una circolare del Viminale riguardo alle modalità di verifica del Green pass. Riguardo agli eventi sportivi e agli spettacoli, nel documento viene anche precisato che, oltre ai pubblici ufficiali, saranno anche gli steward e i gestori delle strutture a poter controllare i pass. 

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«Riguardo al possesso delle certificazioni verdi e al loro utilizzo occorre precisare che le vigenti disposizioni individuano due diverse successive fasi. La prima consiste nella verifica del possesso della certificazione verde da parte dei soggetti che intendono accedere alle attività per le quali essa prescritta. Tale prima verifica ricorre in ogni caso e proprio in ragione di ciò è configurata» come «un vero e proprio obbligo a carico dei soggetti ad essa deputati». È quanto precisa la circolare del Viminale 'disposizioni in materia di verifica delle certificazioni verdì, firmata dal capo di Gabinetto Bruno Frattasi. «La seconda fase», viene spiegato nel testo, «consiste nella dimostrazione da parte del soggetto intestatario della certificazione verde della propria identità personale mediante l'esibizione di un documento d'identità». «Si tratta - precisa il Viminale - di un'ulteriore verifica allo scopo di contrastare i casi di abuso o di elusione delle disposizioni. Diversamente dalla prima», questa verifica «non ricorre indefettibilmente» come dimostra «la locuzione 'a richiesta dei verificatorì». 

«La verifica dell'identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolto a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme come ad esempio quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione». È quanto precisa la circolare del Viminale 'disposizioni in materia di verifica delle certificazioni verdì, firmata dal capo di Gabinetto Bruno Frattasi. 

Il Garante della Privacy

 

Intanto il Garante della Privacy, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, fa notare che anche «i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi» possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d'identità.

Indicazioni che vanno in una direzione diversa rispetto a quanto affermato ieri dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, per la quale saranno sì i titolari a dover controllare il lasciapassare all'entrata nei ristoranti, ma «non potranno chiedere la carta d'identità ai clienti».

I ristoratori: «Chiederemo documenti solo in casi sospetti»

I ristoratori: "Chiederemo documenti solo in casi sospetti" - "Ci auguriamo che la nostra 'richiesta' del documento di identità, come si legge nel decreto di giugno, avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremmo le forze dell'ordine. Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale". Questa la posizione del direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi. Nel caso in cui dovessero esserci sanzioni anche per i gestori, Calugi chiarisce: "valuteremmo dei ricorsi, ma sarà il nostro Consiglio direttivo a decidere". 

Nelle principali città il passaporto verde intanto circola da giorni, sottoposto agli scanner della app 'Verifica C-19'. A Milano il giudizio di baristi e ristoratori sull'obbligo resta sospeso. Nella città semivuota di metà agosto, complici anche le temperature estive, sono infatti pochi i clienti che chiedono di pranzare o consumare seduti all'interno, per questo la valutazione sulla misura viene rimandata a settembre. «Io non chiedo i documenti, chiedo il pass e per ora nessuno ha fatto storie - spiegano in zona stazione Centrale - la gente lo mostra tranquillamente non c'è nessun problema, tutto si è svolto molto bene anche con gli stranieri. Sicuramente in presenza di tanti clienti la situazione non sarebbe scorrevole». Anche a Roma «sono poche le persone che vogliono consumare all'interno. Finora non abbiamo avuto problemi», riferiscono alcuni ristoratori in zona Colosseo.

Nella Capitale in centro il pass viene chiesto un pò ovunque e, precisano alcuni gestori, «finora non ci sono stati particolari problemi e resistenza da parte dei clienti». Ma ci sono anche situazioni dove la difficoltà dei controlli rende impossibile la svolgimento di particolari eventi. Per questo motivo, nella località turistica toscana di Forte dei Marmi il Comune ha annullato la tradizionale fiera dedicata al patrono Sant'Ermete del 28 agosto e i fuochi di artificio dal pontile. «Ancora una volta si scarica tutto sulle spalle delle amministrazioni. Non è immaginabile pensare che le forze comunali possano contenere numeri di visitatori come quelli che si registrano alla nostra fiera. E neppure è ipotizzabile fare dei controlli a campione», lamenta il sindaco Bruno Murzi.

Green pass accantonato per il momento anche in vista dell'udienza generale di Papa Francesco nelle prossime ore in Aula Paolo VI in Vaticano, dove per assistere non servirà l'autocertificazione verde. E se il giudizio sul passaporto verde, introdotto dal Governo - proprio per scongiurare nuove chiusure - sembra essere 'rimandatò a settembre, il Paese si riaffaccia al rischio di nuovi focolai in particolare con il rientro di alcuni giovani dai luoghi delle vacanze come la Riviera romagnola, Ponza o Gallipoli.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Agosto 2021, 10:19
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