Gloria Pompili, uccisa a 23 anni perché non voleva più prostituirsi: chiesti 60 anni per i parenti che l'avevano ridotta in schiavitù

Gloria, uccisa a 23 anni dai parenti perché non voleva più prostituirsi: chiesti 60 anni di carcere

di Enrico Chillè
Veniva costretta da alcuni familiari a prostituirsi, non voleva più farlo ma temeva per la vita dei suoi bambini. Gloria Pompili aveva appena 23 anni quando, il 23 agosto 2017, fu picchiata a morte davanti ai figli da alcuni parenti, che poi avevano provato a giustificare il decesso con un malore.

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L'orrore che si è consumato tra le province di Roma, Latina e Frosinone, culminato con la morte di Gloria, è una storia di violenza, degrado e sfortuna. Già, perché Gloria Pompili non era stata affatto fortunata sin dai primi anni di vita: rimasta orfana da bambina, la giovane era cresciuta in una casa famiglia e poi si era trasferita a Frosinone, dove appena 18enne era rimasta incinta del primo compagno, un romeno poi finito in carcere e da cui aveva avuto anche un altro figlio. Dopo la fine della storia, Gloria aveva avuto una nuova storia, con un uomo egiziano, fratello di chi l'aveva ridotta in schiavitù e costretta a vendere il proprio corpo per pochi euro sulla via Nettunense.

Gloria Pompili, infatti, veniva costretta a prostituirsi dalla zia Loide Del Prete, la cugina 40enne della mamma, e dal compagno 24enne di quest'ultima, Saad Mohammed Elesh Salem. Il fratello maggiore di Elesh Salem, Mohamed, era invece il compagno di Gloria. Ogni giorno la ragazza veniva accompagnata in auto sulla Nettunense, mentre i suoi figli, che all'epoca dell'omicidio avevano cinque e tre anni, restavano tutto il tempo nella frutteria che Loide e Elesh gestivano ad Anzio. Da tempo Gloria voleva smettere di prostituirsi, ma veniva minacciata e picchiata e temeva anche e soprattutto per le minacce verso i suoi due bambini, che in un'occasione erano stati messi dentro una cassetta, legata ad una fune e lasciata penzolare da un balcone.

Il tragico epilogo di una storia assurda, fatta di schiavitù, sopraffazione e annichilimento dell'essere umano, si era consumato oltre due anni fa: Gloria era morta in una piazzola di sosta sulla Monti Lepini, e i due parenti avevano spiegato agli inquirenti che era stata vittima di malore. Le condizioni del corpo (frattura di una costola e danneggiamento del fegato e della milza, oltre all'emorragia fatale), però, contrastavano con quanto dichiarato dai familiari, che erano stati così indagati e poi rinviati a giudizio.

Come riporta oggi Clemente Pistilli per La Repubblica, oggi il pm Carlo Lasperanza, davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Latina, ha chiesto un totale di 60 anni di reclusione a carico dei tre imputati: «Per loro la cosa importante era che Gloria si prostituisse, mentre lei è morta per difendere i figli». Nello specifico, il pm ha chiesto una condanna di 24 anni per Loide Del Prete e per il compagno Saad Mohammed Elesh Salem, con l'accusa di omicidio e sfruttamento della prostituzione, mentre ne ha chiesti 12 per il compagno di Gloria, accusato "solamente" di maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione. Le arringhe difensive sono previste per il prossimo 11 ottobre, prima della sentenza dei giudici.
Ultimo aggiornamento: Sabato 14 Settembre 2019, 22:07
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