Dpcm, il premier Conte: «Lazio e Campania gialle. Puglia arancione, Lombardia e Piemonte rossi» VIDEO

Dpcm, il premier Conte: «Lazio e Campania gialle. Puglia arancione, Lombardia e Piemonte rossi» VIDEO

di Domenico Zurlo

Lazio, Campania ed Emilia Romagna 'gialle', Puglia e Sicilia 'arancioni', Lombardia rossa. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato in conferenza stampa - partita poco dopo le 20.20 - le misure del nuovo dpcm che entrerà in vigore venerdì 6 novembre nelle sue misure differenziate tra le varie Regioni, divise a seconda dei rischi secondo i parametri individuati dal Ministero. «Il virus sta correndo - ha detto Conte - l'RT che segnala la capacità di trasmissione del virus è aumentato a 1,7 a livello nazionale». «Il piano articolato si basa su 21 parametri. Questo piano è una bussola che ci indica come intervenire». «Dobbiamo necessariamente intervenire, in attesa di poter disporre dei vaccini», ha detto il premier.

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«Abbiamo distinto l'Italia in tre aree: gialla, arancione e rossa, ciascuna con proprie misure restrittive. Tutte le misure che vi riassumerò entreranno in vigore da venerdì perché abbiamo voluto differire l'entrata in vigore di un giorno per consentire a tutti di organizzare le proprie attività». «Non ci sono territori che possono sottrarsi» alle misure restrittive, «la pandemia corre ovunque». «Rispetto alle persone contagiate sale il numero degli asintomatici, diminuisce in percentuale il numero di persone ricoverate ma c'è l'alta probabilità che molte regioni superino le soglie delle terapie intensive e mediche». 

Le differenze tra regioni gialle, arancioni e rosse (SCARICA IL PDF)

LE TRE AREE

Dell'area gialla faranno parte «Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto e province di Trento e Bolzano. In queste regioni sarà vietato circolare dalle 22 alle 5 del mattino».

«Nell'area arancione rientrano Puglia e Sicilia», ha aggiunto Conte. «Vietato spostarsi tra le Regioni e da un Comune all'altro salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute e necessità. Chiusi bar e ristoranti 7 giorni su 7, asporto consentito fino alle 22, consegne a domicilio senza limitazioni». Chiudono musei e mostre, chiusi i centri commerciali nel weekend, didattica a distanza per le scuole superiori, in presenza per scuole dell'infanzia, elementari e medie. Chiuse le università, salvo alcune attività per le matricole e i laboratori.

Nell'area rossa rientrano «Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta. In queste regioni è vietato ogni spostamento, anche all'interno del proprio Comune in qualsiasi orario salvo che per motivi di lavoro necessità e salute. Chiudono bar e ristoranti, asporto consentito fino alle 22, nessuna restrizione per la consegna a domicilio. Restano aperte edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri. Chiusi i centri estetici». Didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo grado, per le classi di seconda e terza media. Restano in presenza le scuole dell'infanzia, elementari e prima media. «Non abbiamo voluto imporre sacrifici soverchi agli studenti di prima media, è giusto che possano proseguire in presenza».

NUOVO DECRETO RISTORI «Se introducessimo misure uniche in tutta italia produrremmo un duplice effetto negativo, non adottare misure veramente efficaci dove c'è maggior rischio e imporremo misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave», ha detto il presidente del Consiglio. «Già questa settimana porteremo in Consiglio dei ministri, dovremo farcela già domani sera, un nuovo decreto legge» per i ristori, ha aggiunto Conte. 

DIFFERENZE ANCHE ALL'INTERNO DELLE REGIONI «Le ordinanze del ministro della Salute non saranno arbitrarie o discrezionali perché recepiranno l'esito del monitoraggio periodico effettuato congiuntamente» con i «rappresentanti delle Regioni». «Abbiamo previsto che ci possa essere una differenziazione all'interno delle regioni, in astratto è anche possibile, ma la forza dell'intero meccanismo è di costruire un tessuto di misure sia costruito su base regionale». «Non abbiamo alternative, dobbiamo affrontare le restrizioni per congelare l'impennata del contagio, comprendiamo la frustrazione e la sofferenza, ma dobbiamo tenere duro».

«Una volta condiviso l'impianto» delle misure restrittive «le conseguenze sono automatiche, perché basate su criteri predefiniti e oggettivi che sfuggono da qualsiasi contrattazione.

Non si può negoziare o contrattare sulla pelle dei cittadini, non lo farà Speranza né i presidenti delle singole regioni, il contraddittorio ci sarà, perché le ordinanze vengono fatte sentito il presidente, ma non negoziato con il presidente». 

"RIMPASTO? NON INTERESSA A ITALIANI" «In realtà non mi è stato chiesto da nessuna forza politica di operare dei rimpasti e, se mi permettete, data anche la criticità dell'intero Paese mi sembra che il team possa interessare poco ai cittadini. Non interessa particolarmente me ma non sta a cuore i cittadini. Ho chiesto un incontro per valutare quali siano la priorità. La gestione della pandemia ci assorbe ma dobbiamo pensare al futuro, al Recovery Plan, anche ad altre iniziative di rilievo costituzionale che possiamo assumere». 

NATALE «I mercati credono in quello che facciamo, è un segnale importante. Non ho la palla di vetro per dire se dovremo rivedere le stime del -9%, dobbiamo vedere, ma queste misure se ci aiuteranno a contenere il contagio noi qualche spesa in più credo che ce la possiamo permettere a Natale». «Mi chiedono se sono ottimista. Non sto pensando a veglioni, cene natalizie, cenoni, balli. Bisogna rispettare le regole. Se ci arriviamo in serenità, anche la fiducia nei consumi non sarà depressa e potremo vedere i benefici economici». 

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Novembre 2020, 09:55
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