Giulio Regeni, lo 007 incastrato dal supertestimone: «Lo abbiamo sequestrato noi»

Giulio Regeni, lo 007 incastrato dal supertestimone: «Lo abbiamo sequestrato noi»
«Giulio Regeni? Lo abbiamo sequestrato noi», queste parole potrebbero segnare una svolta nel caso del 27enne friulano morto nel 2016 in Egitto. Un supertestimone avrebbe raccontato di aver sentito un'ammissione di colpevolezza da parte di uno degli 007 egiziani indagati dalla Procura di Roma. Sono cinque gli agenti dei servizi segreti sospettati di averlo sequestrato e torturato. 

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LA CONFESSIONE «Credevamo fosse una spia inglese», avrebbe detto - secondo quanto riportato da il "Corriere della Sera" - lo 007 nel corso di un incontro informale tra poliziotti africani avvenuto nel 2017. «Lo abbiamo preso, io sono andato e dopo averlo caricato in macchina abbiamo dovuto picchiarlo. Io l'ho colpito al volto», avrebbe detto l'uomo, stando al racconto del supertestimone. 

LA ROGATORIA Durante l'incontro gli agenti avrebbero parlato liberamente del caso perché convinti che il supertestimone che era con loro non conoscesse l'arabo. Intanto a Il Cairo è stata inviata una nuova rogatoria. Per i magistrati romani il racconto del supertestimone è apparso attendibile e, proprio per questo vorrebbero parlare con il governo egiziano per un confronto. L'Italia si sta muovendo per fare luce sulla vicenda. Lo scorso 30 aprile, infatti,  l'Aula della Camera ha approvato l'istituzione di una Commissione monocamerale di inchiesta sulla morte di Regeni. La Commissione, composta da 20 deputati, ha il compito di «raccogliere tutti gli elementi utili per l'identificazione dei responsabili della morte di Giulio Regeni nonché delle circostanze del suo assassinio».
Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Maggio 2019, 12:38
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