Chat vergogna con torture e stupri, Bolzan: «Abili a usare il web ma privi di consapevolezza»

Chat vergogna con torture e stupri, Bolzan: «Abili a usare il web ma privi di consapevolezza»

di Valeria Arnaldi

Ragazzi che, per divertirsi, si scambiano immagini atroci. Flaminia Bolzan, criminologa, cosa sta accadendo ai giovani?

«Purtroppo non è la prima volta che si trovano materiali di tale tipo nelle chat dei giovani. L’aspetto più preoccupante è la progressiva desensibilizzazione a immagini di questo genere».

Da cosa dipende?

«Da un lato, c’è il problema della sempre maggiore esposizione a scene di violenza, che è come se si fossero “normalizzate”. I ragazzi percepiscono questo tipo di cose come molto lontano da loro. Non sono neppure consapevoli che la realizzazione e diffusione di immagini di abusi su minore sia un reato. Dall’altro lato, c’è la questione della dimestichezza nell’uso del web».

Ossia?

«Trovare contenuti di questo tipo non è semplice, evidentemente i ragazzi hanno facilità a entrare nel dark web, che noi di fatto conosciamo ancora poco».

Le sanzioni riguardano solo la parte pedopornografica: ciò può alterare la percezione dei propri atti?

«Mancano tipologie specifiche di reato per lo scambio di talune tipologie di immagini.

Il confine tra antigiuridico e deviante, agli occhi dei giovani, è molto labile. La mancanza di sanzioni specifiche per loro non è un problema, semmai lo è per noi che osserviamo, rischia di affievolire la gravità degli atti sul piano della percezione».


Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Ottobre 2022, 16:56
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