Il presidente Aifa Giorgio Palù: «Basta bollettino contagi tutti i giorni»

Il presidente Aifa Giorgio Palù: «Basta bollettino contagi tutti i giorni»

«Dobbiamo investire di più in virologia che in pseudo-virologi che fanno comparsate, facciamo sovraintendere la comunicazione dai veri esperti. E poi direi che si potrebbe dilazionare il report con i dati nazionali ad una volta settimana, così potrebbe essere più confortevole per chi ascolta». Lo ha affermato Giorgio Palù, presidente dell'Aifa, in audizione alla XII Commissione Igiene e Sanità del Senato sul Recovery Plan. 

Puntare sulla ricerca biomedica

«Dobbiamo puntare alla ricerca biomedica e in questo ambito la pandemia ci fa capire che dovremmo attrezzarci con un consorzio per il monitoraggio virologico e immunologico fenotipico dell'andamento di questo virus. Un lavoro che può valere oggi ma soprattutto domani. Analisi rapida del sequenziamento e bioinformatica, questo si può fare a livello centrale come avvenne negli anni '80 con il piano nazionale dell'Aids. Questo potrebbe avvenire con Sars-CoV-2. Dobbiamo puntare sull'aggregazione della ricerca, biomedica e di base». 

Colmare ritardi anagrafe vaccinale

«Rileggendo le carte del piano, ci sono temi come il fascicolo sanitario elettronico, l'anagrafe vaccinale assistiti, la sperimentazione clinica, che risalgono a diversi anni fa. Sono cose già previste da disegni di legge o da norme, che però mancano ancora dei decreti attuativi. Questo significa che è opportuno che i ministeri facciano seguito alle attività di legiferazione. È molto importante che l'Italia si adegui agli standard europei per il sistema informativo, per riempire il gap rispetto all'Ue».

Medici di famiglia non visitano più

«La lezione pandemia dovrebbe portarci a dei provvedimenti di reazione, un settore dove intervenire con il Recovery Plan deve essere la medicina territoriale. Si sono smantellati presidi com i dipartimenti di igiene e sanità pubblica preferendo il modello ospedaliero. Questo ci ha portato a perdere contatti con la medicina del territorio. Avevo chiesto al ministero di avere un'idea delle linee guida per i 40mila medici che hanno perso le connotazioni originali, prima visitavano il malato e facevano esami, oggi non visitano più e non fanno esami, prescrivono le ricette.

Va ripensato il modello e fortificata la medicina generale dotando i medici di dispositivi diagnostici. Il medico deve incidere di più».


Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Marzo 2021, 18:05
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