Il premier Meloni: «Sul Covid avremo approccio diverso dai governi passati». La reazione dei virologi

Le parole del neopremier sulla pandemia e le reazioni di Pregliasco, Bassetti, Gismondo, Andreoni e Lopalco

Video

di Domenico Zurlo

Decine di interruzioni per gli applausi, circa 70, per il discorso di oggi di Giorgia Meloni, nuovo presidente del Consiglio, alla Camera dei Deputati. Un passaggio in particolare però ha fatto discutere, creando un lungo dibattito, e non poteva essere altrimenti: le sue parole sulla pandemia di Covid-19 e il cambio di rotta annunciato rispetto ai precedenti governi.

Giorgia Meloni in diretta a Salvini: «Non posso, sto a morì...». Poi la battuta sugli applausi

«Purtroppo non possiamo escludere una nuova ondata di Covid o l'insorgere in futuro di una nuova pandemia. Ma possiamo imparare dal passato per farci trovare pronti», ha detto la Meloni nel suo intervento per le dichiarazioni programmatiche del nuovo Governo. «L'Italia - ha proseguito - ha adottato le misure più restrittive dell'intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa, decisamente, non ha funzionato e dunque voglio dire fin d'ora che non replicheremo in nessun caso quel modello».

 

Covid, cosa ha detto il premier Giorgia Meloni

«L'informazione corretta, la prevenzione e la responsabilizzazione sono più efficaci della coercizione, in tutti gli ambiti - ha aggiunto -. E l'ascolto dei medici sul campo è più prezioso delle linee guida scritte da qualche burocrate, quando si ha a che fare con pazienti in carne ed ossa. E se si chiede responsabilità ai cittadini, i primi a dimostrarla devono essere coloro che la chiedono». «Occorrerà fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica. Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori», ha detto ancora la neopremier.

 «Di libertà molto si è discusso in epoca di pandemia Il Covid è entrato nelle nostre vite quasi tre anni fa, e ha portato alla morte di oltre 177 mila persone in Italia. Se siamo usciti al momento dall'emergenza è soprattutto merito del personale sanitario, della professionalità e dell'abnegazione con le quali ha salvato migliaia di vite umane. A loro, ancora una volta, va la nostra gratitudine. E con loro il mio ringraziamento va ai lavoratori dei servizi pubblici essenziali, che non si sono mai fermati, e alla straordinaria realtà del nostro Terzo Settore, rappresentante virtuoso di quei corpi intermedi che consideriamo vitali per la nostra società».

Speranza: «Sui vaccini neanche una parola»

Le parole della Meloni, nel suo discorso in cui non ha mai pronunciato la parola "vaccini", non sono piaciute al ministro della Salute uscente, Roberto Speranza«Il modello italiano ha messo sempre al centro la tutela del diritto alla salute e la centralità dell'evidenza scientifica. Spiace che Meloni non sia uscita ancora dalla campagna elettorale. Neanche una parola sui vaccini che sono stati il fattore fondamentale per chiudere la fase più dura. Ha forse ancora paura di scontentare i no vax che la hanno votata?», la replica al termine del discorso nel passaggio che ha riguardato la pandemia e del modello definito 'restrittivo' contro il Covid.

Cosa dicono i no-vax, da Liccione a Red Ronnie

Le parole della Meloni sono invece piaciute a chi da mesi si batte contro il vaccino Covid e prima ancora contro le restrizioni: «Sante parole, era ora. Speriamo che dalle parole arrivino i fatti reali e veri, per l'interesse, finalmente, di tutti noi e del Paese», ha detto all'Adnkronos Marco Liccione, leader della Variante torinese. «Coerente con quanto affermato in campagna elettorale e straordinario l'intervento di Giorgia Meloni nell'Aula della Camera sul Covid», dice invece Red Ronnie, notoriamente critico sulle misure intraprese dai precedenti governi per fronteggiare la pandemia Covid19, sempre all'Adnkronos.

Cosa dicono i virologi, da Gismondo a Pregliasco

«Era davanti agli occhi di tutti il fallimento della gestione pandemica e, se non avessimo finalmente trovato un leader coraggioso e capace di cambiare rotta, non avremmo più nutrito la speranza di uscire da questo incubo». Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'Ospedale Sacco di Milano, spiega all'Adnkronos Salute di essere «pienamente d'accordo» con quanto dichiarato in tema Covid dalla neo premier Giorgia Meloni alla Camera, nel suo discorso per la fiducia.

«Sono osservazioni in linea con quelle che ho più volte espresso - sottolinea l'esperta -.

Finalmente, trovano qualcuno che politicamente le condivide». Gismondo si augura che, «oltre a dare uno slancio all'economia», le parole della presidente del Consiglio possano riflettersi anche nell'operato del nuovo ministro della Salute, Orazio Schillaci. Da lui la microbiologa si aspetta ora «nuovi approcci» rispetto a quelli del passato: «Che possa aprire il suo mandato - auspica - con una gestione» dell'infezione da Sars-CoV-2 improntata su «un ritorno alla normalità». 

«È molto importante fare chiarezza su quanto avvenuto durante la crisi pandemica. Penso che su alcune problematiche avvenute durante la gestione della pandemia, come la vicenda delle mascherine, indagano le Procure e non c'è bisogno di fare chiarezza ma se si vuole fare luce su altre questioni credo che sia giusto», afferma Matteo Bassetti. «Le misure che si dovranno prendere in futuro dovranno essere soppesate in funzione dell'andamento epidemiologico del Sars-CoV-2. Non escluderei né atteggiamenti passati né che l'evoluzione della pandemia ci porterà un ulteriore alleggerimento. L'auspicio è che non servano più misure restrittive», l'opinione di Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).

 

Dichiarazioni «corrette», quelle di Meloni secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, «rispetto al fatto - sottolinea all'Adnkronos Salute - che siamo ancora di fronte alla gestione di una situazione che potrebbe avere evoluzioni non piacevoli». «E credo - commenta il docente di Igiene dell'Università Statale di Milano - che questo sia il giusto approccio rispetto a una transizione verso la normalità che dobbiamo via via perseguire, ovviamente non abbassando la guardia e procedendo a una vaccinazione raccomandata per i soggetti fragili e a rischio».

Lopalco: «Abbiamo seguito la scienza»

«I Governi che hanno affrontato la pandemia in Italia lo hanno fatto seguendo le migliori evidenze scientifiche disponibili. Non abbiamo, come Paese, fatto nulla in difformità a quanto raccomandato da Oms ed Ecdc. Abbiamo raggiunto le più alte coperture vaccinali al mondo. Chiunque parli di modello sbagliato deve spiegare ai cittadini quali sarebbero state le conseguenze di modelli alternativi, ammesso che ce ne siano stati di validi», afferma invece l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento che è stato anche candidato per il Pd in Puglia.

«L'Italia - dice ancora Lopalco - è stato il primo Paese occidentale a subire l'ondata pandemica. Ha dovuto dunque sperimentare modelli di risposta che poi sono stati copiati da quasi tutti i Paesi occidentali. Lockdown e Green pass sono stati adottati in tutta Europa in misura più o meno simile. Non è vero che abbiamo dati peggiori di infezione e mortalità: non dimentichiamo che abbiamo la popolazione più anziana d'Europa e con molte pluripatologie. Siamo d'accordo invece che informazione corretta e responsabilizzazione sono più efficaci della coercizione. In situazioni di emergenza e con forti spinte antivacciniste - che venivano alimentate anche da forze politiche - però a volte la coercizione è necessaria».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Ottobre 2022, 15:02
© RIPRODUZIONE RISERVATA