L’anno orribile si chiude con un dramma di Natale a Sirolo nelle Marche che lascia basiti per la sua atroce fatalità. Giacomo Giacchetta aveva 34 anni e un futuro ancora tutto da scrivere. Era andato a cena da tre amici, martedì sera, aveva tirato fino a tardi tra chiacchiere e risate. «Ciao ragazzi, vado che non mi sento bene», le sue ultime parole. Erano le 3,30 del mattino. Ha chiuso la porta, ma a casa non è mai tornato. È scivolato lungo le scale, forse per un malore, lo dirà l’autopsia. Una tragica caduta: gli amici, una mezz’ora dopo, l’hanno trovato a terra, sul pianerottolo, in un lago di sangue.
Il medico del 118, intervenuto sul posto, non ha potuto far nulla se non constatare il decesso dovuto, secondo una prima ricostruzione, a un trauma cranico e alla frattura dell’osso del collo: lesioni compatibili con una caduta accidentale. Gli amici hanno sentito un tonfo, ma lì per lì non ci hanno fatto caso. Erano rimasti in tre nell’appartamento di corso Italia, nel cuore di Sirolo. Tra loro, il fratello della fidanzata di Giacomo. Il sospetto è nato quando, dalla finestra, hanno visto che l’auto del barman anconetano, che si era trasferito a Sirolo da un paio d’anni per motivi di lavoro, era ancora parcheggiata in strada. Sono usciti e l’hanno trovato riverso a terra, in fondo alle scale, in una pozza di sangue. Subito hanno dato l’allarme.
Sul posto è intervenuto un equipaggio del 118 insieme ai carabinieri di Numana e della Compagnia di Osimo, coordinati dal comandante Luigi Ciccarelli. I militari sono impegnati nella ricostruzione di quello che classificano come un incidente, anche se le circostanze impongono tutti gli accertamenti del caso per escludere responsabilità di terzi. Determinante sarà l’autopsia, disposta dal pm Rosario Lioniello: verrà eseguita oggi dal medico legale Manuel Papi.
La notizia della morte di “Jack”, come lo chiamavano tutti, si è diffusa rapidamente.
Ancora non è chiaro come Giacomo sia potuto precipitare dalle scale. Forse ha perso l’equilibrio a seguito di un malore, forse è semplicemente inciampato ed è scivolato sui gradini, battendo violentemente la testa. I carabinieri non hanno elementi per pensare che qualcuno l’abbia spinto e propendono per la tragica fatalità. Anche perché, prima di uscire di casa, avrebbe salutato gli amici dicendo di non sentirsi bene. Non si danno pace la mamma Serenella, il papà Pierluigi, la sorella Giada e tanti amici che oggi piangono “Giacca”, il barman buono, sempre pronto a regalare un sorriso a tutti.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Dicembre 2020, 18:58
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