Gatto positivo al Covid, parla Coccia il veterinario della Tv: «Gli animali non ci contagiano» VIDEO

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di Domenico Zurlo

La variante inglese del Covid scoperta in un gatto: è il primo caso in Italia. Accade in provincia di Novara, dove un felino maschio di 8 anni che vive in una casa con una famiglia positiva al Covid si è contagiato in un contesto domestico, sviluppando sintomi una decina di giorni dopo l'insorgenza della malattia e l'isolamento domiciliare dei suoi padroni. A scoprirlo, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d'Aosta.

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La notizia ha ovviamente contribuito a creare allarme tra i proprietari di animali domestici: cosa succederebbe se anche gatti e cani diventassero portatori del virus, magari contagiosi? L'ipotesi, seppur pericolosa, non è però verosimile e non c'è nulla di cui preoccuparsi, secondo il Federico Coccia - veterinario e già conduttore della trasmissione di Rai Due 4 Zampe in Famiglia , che a Leggo assicura che «non c'è alcuna prova che ci possa essere un'infezione da animale domestico a umano. Il contagio da Covid-19 è interumano: gli animali sono solo dei vettori, dei portatori sani che si infettano col virus dall'uomo ma che non lo trasmettono».

Dottor Coccia, c'è da preoccuparsi?

«Intanto facciamo un distinguo: non ci sono evidenze scientifiche che un cane o un gatto possano infettare l'uomo. Ma se un animale vive in una casa con una famiglia positiva al Covid-19, può infettarsi. Negli scorsi mesi a Bitonto c'era stato un caso simile in un cane, con la variante originaria del virus: era un barboncino, i barboncini spesso sono a stretto contatto con i loro padroni, ad esempio leccano le mani e il viso.

Se io sono positivo e infetto e il cane mi lecca il viso o le labbra, la sua bocca viene contaminata: se gli facciamo il tampone, può risultare positivo».

Quindi se l'animale è positivo, non è contagioso?

«Ad oggi su milioni di casi nel mondo non c'è stato alcun esempio di contagio tra un gatto e una persona: il contagio da Covid-19 è esclusivamente interumano. Anche se il gatto - come in questo caso - può avere dei sintomi, dalle evidenze che abbiamo oggi, il virus non trova terreno fertile nell'animale ma trova terreno fertile nell'umano».

Che consigli possiamo dare a chi ha un animale domestico?

«Il consiglio è uno: proteggiamo i nostri animali. Le case sono un ampio spazio di contagio, è facile che qualcuno diventi positivo e porti a casa il Covid e se abbiamo degli animali domestici e certifichiamo di essere positivi, dobbiamo tenerli lontani e proteggerli. Non vanno introdotti in una guerra che non è la loro, perché coinvolgerli in un'infezione che ad oggi è solo umana? Se c'è un positivo in casa e si isola in quarantena, in quella casa non deve entrarci nemmeno il cane o il gatto. Se invece si vive da soli con il proprio animale, è giusto lavarsi spesso le mani quando si dà da mangiare al proprio animale o quando si cambia la lettiera del gatto». 

Cosa è meglio fare e cosa non fare?

«Occorre evitare le effusioni, farsi leccare ad esempio. Se ad esempio un positivo starnutisce su una superficie, anche per strada, e il proprio animale ci mette la zampa sopra, quel drop può portarlo anche in casa. Allora è giusto igienizzare anche il proprio cane o il proprio gatto se lo si è portato in giro: ci sono dei prodotti specifici per disinfettare il pelo e le zampe dei cani. Prepararsi un proprio kit fuori dalla porta per igienizzare l'animale quando si torna a casa, può essere un buon metodo per proteggere loro e noi».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Marzo 2021, 22:50
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