LE INDAGINI
Analisi delle telecamere di sicurezza e indagini sul posto a caccia di qualche indizio che possa far risalire ai rapinatori. Sono i due binari sui quali corre l'indagine della squadra Mobile di Venezia nel tentativo di dare un volto e un nome ai rapinatori che la sera del 2 dicembre, alle 20.30, hanno fatto irruzione a Villa Zanetti, la residenza di Fernando René Caovilla, l'ottantatreenne imprenditore titolare di uno dei più famosi marchi di scarpe d'alta moda al mondo che dalla Riviera è arrivato ad avere boutique a Parigi, Londra, Tokyo e Venezia, e della moglie Paola.
LA RINCORSA
Dalle testimonianze del re del calzaturiero, della moglie e dei due dipendenti domestici, la Mobile è partita per rimettere a posto i puzzle del colpo. Gli inquirenti hanno passato al setaccio Villa Zanetti alla ricerca di un'impronta o di una traccia biologica (basterebbe anche un capello) dei due rapinatori: trovarlo significherebbe poter estrarre il dna e compararlo con l'elenco conservato nella banca dati delle forze di polizia. L'altro corno delle indagini è dato dalla visione delle telecamere di sicurezza che circondano la villa e che, all'interno, immortalano ogni movimento.
IL FIL ROUGE
L'altro aspetto viene dall'indagine congiunta delle procure di Venezia e Treviso che stanno provando a confrontare i contorni dei quattro colpi andati in scena in nemmeno un mese tra il Trevigiano e il Veneziano: prima il petroliere Giancarlo Miotto, poi Nicola Giol (rampollo della famiglia veneziana che per anni ha gestito il gruppo Pam Panorama) e ancora il furto nella villetta di proprietà del principe Sebastien Egon von Fürstenberg, fondatore e proprietario di Banca Ifis. Poi, dopo due settimane di silenzio, la rapina a casa Caovilla. Identiche, tra quanto accaduto a Miotto e Caovilla, le modalità di ingresso in casa all'ora di cena, come se i rapinatori conoscessero alla perfezione le abitudini delle loro vittime. Identica anche la richiesta di farsi accompagnare alla cassaforte dell'abitazione.
LA DINAMICA
Una volta all'interno di Villa Zanetti i due rapinatori, armati di pistola secondo alcune testimonianze, hanno chiesto a Caovilla e alla moglie Paola dove fosse la cassaforte. Senza opporre resistenza, ma cercando di tenere la situazione sotto controllo, Caovilla ha portato i rapinatori di fronte alla cassaforte spiegando che comunque non avrebbero trovato nulla: quando i due - aperta la cassetta di sicurezza - si sono resi conto di come l'imprenditore non mentisse è cominciata una sorta di trattativa tra vittime e carnefici. I Caovilla avrebbero consegnato quanto di prezioso avevano in casa e, in cambio, i due malviventi se ne sarebbero andati senza fare loro alcun male. Dopo circa un'ora i malviventi se ne sono andati con sei orologi da collezione e dei gioielli. Da quel momento è cominciata l'indagine.
Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Dicembre 2021, 18:10
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