Furto al bar con la torcia in bocca: nomade beccato grazie al Dna
I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Spilimbergo si erano dati da fare con i rilievi tecnici. Cercavano tracce, soprattutto impronte che, una volta confrontate con quelle presenti nelle banche dati, avrebbero contribuito all'identificazione degli autori del colpo. Avevano repertato diversi elementi che ritenevano utili. In un sacchetto era finita anche una piccola torcia. «Di chi è questa?», avevano chiesto gli investigatori guardandosi attorno. «Non è nostra», avevano risposto i titolari del locale. Era il 24 novembre 2015. A distanza di oltre tre anni, quella torcia ha fornito un nome: Dario L., classe 1981, residente a Udine e appartenente a una famiglia di origine nomade.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Febbraio 2019, 17:02
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