Flavio morì a 12 anni, niente carcere al medico condannato. «Nemmeno un giorno di sospensione»

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di Domenico Zurlo
Flavio Scutellà undici anni fa morì in Calabria dopo essere caduto da una giostra: era solo un bambino, aveva appena 12 anni. Per la sua morte un medico, Saverio Cipri, neurochirurgo dell’ospedale di Reggio Calabria, è stato condannato per omicidio colposo ma non è mai stato sospeso né ha mai passato un giorno in carcere. Com’è possibile? Ne hanno parlato Le Iene ieri sera, in un servizio di Nina Palmieri.

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Tutto iniziò in quel terribile 28 ottobre 2007: Flavio sbattè la testa mentre giocava su una giostra. L’ambulanza lo portò nell’ospedale più vicino, che però non aveva il reparto di neurochirurgia: a Reggio Calabria il neurochirurgo Cipri rifiutò di curare il bambino dicendo che non c’era posto e la struttura era già piena. Flavio morì, e il processo conseguente stabilì che poteva salvarsi se fosse arrivato in ospedale anche solo 5 minuti prima.

La sentenza parlava di negligenza e grave imperizia. Le Iene sono andate a chiedere conto al medico di quanto avvenuto, ma Cipri si è rifiutato di rispondere alle domande: la ricostruzione dell'accaduto è agghiacciante. Dopo il primo ‘no’ (illegittimo, perché per legge l’ospedale non avrebbe dovuto mai rifiutarne il ricovero) e dopo una serie di ritardi delle ambulanze, il padre di Flavio chiama il 113 e la situazione sembra sbloccarsi.



L’ospedale di Reggio dà il suo assenso al ricovero, finalmente l’ambulanza arriva, ma ciò che succede ha dell’incredibile: a Gioia Tauro, a metà strada, l’ambulanza si ferma e cambia equipaggio, perdendo un quarto d’ora di tempo. Poi, arrivati a Reggio Calabria, Cipri finisce il suo turno e lascia il caso al medico appena arrivato, senza dargli alcuna indicazione sulle condizioni del piccolo Flavio.

Il processo è durato sette anni. A fronte di una sentenza, «ci ritroviamo ancora questa gente che lavora ancora nello stesso posto, sono tutti lì», dice amaramente il papà di Flavio, Alfonso Scutellà a Le Iene. Il medico, condannato a un anno e sei mesi, non ha fatto un giorno di carcere, ma la cosa più strana è che l’ospedale non ha sospeso lo stesso Cipri, aspettando quasi sette mesi per intervenire quando per legge questo tipo di provvedimenti deve arrivare necessariamente entro 40 giorni dalla sentenza.



La beffa finale per la famiglia è che il processo è costato alla stessa ben 200mila euro, «i risparmi di una vita, che dovevano essere una fonte per tutti i figli e che abbiamo dovuto spenderli per ottenere giustizia per Flavio», dice Alfonso. Soldi che potevano essere rimborsati ai genitori di Flavio se l’ospedale avesse accettato una conciliazione, ma questo non è successo, per decisione dei vertici dello stesso ospedale.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Ottobre 2018, 12:24
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