Stupri di gruppo, dove il “branco” sempre più spesso vede protagonisti dei ragazzi, anche minorenni. Flaminia Bolzan, criminologa, come mai sta aumentando questo tipo di violenze tra i giovani?
«C’è una maggiore e più semplice fruizione della pornografia che, soprattutto nel caso dei ragazzi più giovani, sposta l’asticella in avanti e può portare a un’idea della sessualità estrema, molto distante da quella che siamo abituati a considerare tradizionale».
Dunque, la violenza si fa sempre più complessa, anche collettiva?
«La dipendenza dal gruppo è un altro fattore chiave di questo problema. E a ciò va aggiunto la considerazione, sempre più scarsa che i ragazzi hanno dell’altro, e, in particolare della donna che viene considerata alla stregua di un oggetto e come tale trattata, nonché condivisa con gli altri membri del gruppo».
I casi di cronaca ci hanno rivelato che, spesso, tra gli stupratori ci sono proprio i fidanzati delle vittime: come è possibile?
«Le logiche alla base di queste violenze sono ben lontane dal sentimento. In questa epoca, si è perso molto del senso di umanità. Manca il senso di empatia, si è perduto totalmente. Qui i fidanzati non si sono domandati cosa avrebbe potuto provare le ragazze. Il recente caso avvenuto a Ostia è emblematico: alla vittima è stato chiesto di fare sesso di gruppo, ha detto no e allora è stata costretta».
A forzarla è stato, appunto, il fidanzato.
«L’ha portata dagli amici con quello scopo.
Come si può sanare una situazione drammatica come questa?
«La parola chiave è “educazione”. È assolutamente necessario che i ragazzini tornino a sviluppare empatia nei confronti dell’altro».
Questa mancanza è anche alla base del revenge porn?
«Sì, ma dipende anche dalla proliferazione di mezzi di condivisione, c’è grande facilità a scambiare video. Chi li manda, considerandoli privati, crede che chi li riceve li custodirà gelosamente, ma spesso vengono condivisi tra ragazzi e non necessariamente con intenti crudeli, a volte pensando a una forma di goliardia. Poi continuano a girare in rete, si diffondono sempre più e la situazione diventa sempre più grave».
I protagonisti di queste vicende, lo abbiamo detto, sono anche molto giovani, come si dovrà intervenire per il loro futuro?
«Le vittime dovranno essere aiutate a elaborare il trauma. Il rischio è la perdita di fiducia nell’altro. Gli abusatori inizieranno a prendere coscienza del crimine commesso con il processo, poi i casi andranno valutati uno per uno, anche dal punto di vista del percorso psicologico».
Ultimo aggiornamento: Sabato 15 Ottobre 2022, 16:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout