Filippo Ferlazzo, chi è l'uomo che ha ucciso Alika a Civitanova: «Invalido al 100%, bipolare e border-line»

Le parole riferite all'avvocata d'ufficio, che chiederà per lui una perizia psichiatrica. Ecco qual è la sua posizione giudiziaria

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di Enrico Chillè

Filippo Ferlazzo: chi è il 32enne che venerdì scorso, a Civitanova Marche (Macerata), ha ucciso il venditore ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu. Al suo avvocato d'ufficio ha rivelato di avere seri disturbi psichiatrici.

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Ferlazzo: «Sono invalido e ho disturbi psichiatrici»

Il 32enne operaio, originario di Salerno, si trova ora nel carcere di Montacuto, ad Ancona. Qui ha incontrato Roberta Bizzarri, avvocata d'ufficio, e in due ore e mezza di colloquio ha spiegato: «Sono invalido civile al 100% e ho problemi psichiatrici. Mia madre Ursula ha tutti i documenti del Tribunale di Salerno, se li faccia mandare. Mi hanno giudicato bipolare e border-line». Non è chiaro se si tratti di una strategia difensiva, anche perché la legale ha già annunciato di voler chiedere una perizia psichiatrica per il proprio assistito. Da una prima ricostruzione, fonti sanitarie avrebbero confermato che Filippo Ferlazzo sarebbe uno "psicopatico sociale", come stabilito da alcuni esami fatti qualche anno fa a Salerno. 

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Chi è Filippo Ferlazzo

Il 32enne è cresciuto a Salerno con i genitori, che poi si erano separati. I medici e gli psicologi che lo avevano seguito avevano già stabilito che l'uomo avesse problemi di aggressività, tanto che il Tribunale di Salerno lo aveva affidato alla madre Ursula, in qualità di amministratrice di sostegno. Filippo Ferlazzo, però, si trovava a 400 chilometri di distanza e non poteva essere controllato dalla madre.
Nato in Austria ma cresciuto a Salerno, Filippo Ferlazzo da qualche tempo viveva nelle Marche e a Civitanova Alta lavorava come operaio nella fonderia Steve Stampi, con un contratto a tempo determinato della durata di un mese.

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La posizione giudiziaria

Filippo Ferlazzo ora si trova nello stesso carcere in cui è detenuto Luca Traini, che nel 2018 a Macerata sparò a casa contro un gruppo di africani per vendicare, a suo dire, l'omicidio di Pamela Mastropietro. A Montacuto, il 32enne Ferlazzo non è in isolamento. L'avvocata Bizzarri, dopo il colloquio, ha spiegato: «A far scattare la molla dell'aggressione sarebbe stato uno strattonamento ricevuto dalla compagna, Elena, da parte del nigeriano ucciso. Lui dice di aver aggredito l'ambulante quando la compagna è stata presa per un braccio, sostiene che voleva fargli capire che non ci si comporta così, impartirgli una lezione».
Una volta bloccato e ammanettato dalla polizia, l'uomo ha consegnato il cellulare di Alika: «Questo è della persona che ho picchiato». All'avvocata ha poi spiegato: «Dopo la colluttazione ho raccolto vari oggetti da terra, compreso il suo cellulare, lo avevo scambiato per il mio».
Per domani si attende l'interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo di Filippo Ferlazzo, in attesa dell'autopsia sul corpo di Alika Ogorchukwu, prevista per martedì. Servirà a capire se la morte sia avvenuta per strangolamento. Il 32enne ha anche confessato all'avvocata: «Ho paura del carcere, ho paura che adesso la mia vita sia finita».
Nella stessa struttura di Filippo Ferlazzo c'è anche Luca Traini, condannato a 12 anni per strage dopo il tentato omicidio plurimo di Macerata.

Il suo ex legale, Giancarlo Giulianelli, ora è il garante regionale dei diritti dei detenuti e spiega: «Luca è molto cambiato, ripete sempre di voler scontare il debito che ha con la società e di certo non giustificherebbe quanto accaduto a Civitanova».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Agosto 2022, 20:28
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