La figlia di Schettino contro De Falco: "Proprio lui fa la vittima dopo quella telefonata a mio padre?"

La figlia di Schettino contro De Falco: "Proprio lui fa la vittima dopo quella telefonata a mio padre?"
«Gregorio De Falco e sua moglie dicono di essere vittime di una strumentalizzazione, eppure proprio lui fu l'autore della peggior strumentalizzazione mediatica della storia d'Italia». Non usa mezzi termini Rossella Schettino, la figlia di Francesco, il comandante della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata al Giglio nel gennaio 2012. La ragazza, 21 anni, si è sfogata così: «Ciò che mi indigna è che a fare la vittima sia proprio lui, che con la celebre telefonata del 'Vada a bordo ca..o', crocifisse mediaticamente mio padre».

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La 21enne fa riferimento ad un recente (e presunto) fatto di cronaca che riguarda il comandante, candidato con il M5S. Fatto smentito subito via social dal diretto interessato. "Al di là di quale sia la realtà dei fatti e la misura dell’episodio mi indigna sentire che lui e la moglie si lamentino di essere vittime di strumentalizzazione mediatica - scrive Rossella Schettino - Lamentano inoltre che fatti famigliari e personali vengano riportati dai giornali, la signora De Falco dice ora che vuole siano tutelate le figlie". "Quale tutela ebbi io che all’epoca avevo 15 anni? - continua - Quale rispetto e tutela ci fu nei miei confronti? Queste cose non gli interessavano quando rilasciava certe dichiarazioni? Chi diede quella telefonata in pasto ai giornali? Ma davvero vogliamo parlare di cosa sia la strumentalizzazione mediatica? La più grande strumentalizzazione mediatica mai fatta in Italia è stata proprio la sua telefonata".

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E non tace sulla questione della divulgazione di quella telefonata: "La cosa più grave fu la divulgazione di quella telefonata nell’esclusivo interesse di De Falco - scrive ancora la 21enne - Fu utile solo a lui che ottenne la visibilità e la notorietà cui ambiva. Quella telefonata doveva rimanere agli atti processuali come tutte le telefonate intercorse quella notte. Invece, stranamente, il file venne fatto pervenire alla stampa come se una lunga mano sapesse esattamente dove attingere. Ricordo che a seguito di quella divulgazione venne aperto un fascicolo per fuga di notizie dimenticato poi chissà dove e chissà perché. Non dimentico neppure che accusò mio padre di aver portato via la scatola nera della nave, salvo poi dover ritrattare quell’accusa il giorno successivo".

In un post successivo la ragazza spiega anche perché si sia decisa ad aprire questo profilo Facebook ("Non ho altro modo per dire come stanno le cose", scrive): "Quella che vedete è un esempio di come rispondono le redazioni ai giornalisti quando viene proposta un’intervista con argomenti che 'il sistema' ha deciso non devono essere divulgati. Vi pare normale che un direttore di giornale risponda dicendo che l’esclusiva è interessante ma che non la pubblica?! Sono 6 anni che l’informazione intorno alla vicenda di mio padre è manipolata", scrive aggiungendo: "In questi anni ho letto titoli di giornale che non avevano nessuna attinenza con la verità. Virgolettati attribuiti a mio padre su cose mai dette. Ancora in questi mesi ho dovuto leggere cose al limite del ridicolo".




Ultimo aggiornamento: Domenica 25 Febbraio 2018, 16:18
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