Morto Ferdinando Carretta, sterminò la famiglia nell'89 e sparì nel nulla. Il giallo del camper che sconvolse l'Italia

L'uomo uccise genitori e fratello, poi venne arrestato 9 anni dopo in Inghilterra. La confessione in tv a Chi l'ha visto

Morto Ferdinando Carretta, sterminò la famiglia nell'89 e sparì nel nulla. Il giallo del camper che sconvolse l'Italia

di Redazione Web

Ferdinando Carretta è morto a 61 anni. Il 4 agosto 1989 uccise a colpi di pistola i genitori, Giuseppe e Marta, 53 e 50 anni, e il fratello minore Nicola, ventitreenne, nella loro casa di Parma, ma riuscì per anni a tenere nascosta la strage. Tutti pensavano che la famiglia se ne fosse andata ai Caraibi, il 'paradiso degli scomparsi' (il padre aveva lavorato per trent'anni come contabile in una nota azienda vetraria ed era stata ipotizzata la sottrazione di presunti fondi neri per fare una 'vita dorata'). 

Uccise padre, madre e fratello: Carretta è libero e compra una casa con i soldi dell'eredità

 

Il caso Carretta

Solo nel novembre '98, nove anni dopo, Ferdinando Carretta venne rintracciato a Londra, dove lavorava come pony express e dove fu scoperto da un 'bobby' durante un controllo dei documenti. All'inizio assicurò di non sapere nulla dei suoi genitori, poi confessò inaspettatamente davanti alle telecamere di 'Chi l'ha visto?' di aver sterminato i familiari, spiegando nel dettaglio gli omicidi, e raccontò di aver trasportato i cadaveri in una discarica alla periferia di Parma, a Viarolo, ma i corpi non vennero mai trovati e nemmeno l'arma usata per il triplice omicidio.

La morte di Carretta e il giallo del camper

Carretta è morto a 61 anni a Forlì, dove ha trascorso nove anni in licenza-esperimento in una comunità, lavorando anche come impiegato in una cooperativa sociale - dopo averne scontati altri sette e mezzo nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova) - e dove aveva acquistato un appartamento con i soldi dell'eredità: dalle accuse era stato assolto nel febbraio '99 perché ritenuto totalmente incapace di intendere e di volere all'epoca dei fatti, e nel maggio 2015 il magistrato di sorveglianza di Bologna aveva accolto, anche se con alcune prescrizioni, la richiesta di libertà avanzata dal suo legale, Cesare Menotto Zauli. Secondo il giudice la sua pericolosità sociale si era particolarmente attenuata.

«Certamente mi sono pentito di quello che ho fatto - spiegò Carretta in un'intervista -.

Ho rovinato non solo la mia vita, ma quella dei miei genitori, di mio fratello e dei miei parenti. La gente non ha niente da temere nei miei confronti, perché quello a cui guardo io è di fare una vita tranquilla, di lavorare, fare una vita normalissima». Nel dicembre 2010 riuscì a vendere la casa del massacro (un appartamento di 120 mq al primo piano di una palazzina in via Rimini) per circa 200.000 euro, dopo un accordo con le zie sulla spartizione dell'eredità. «Ha scontato la sua pena, mi auguro solo che ora sia una persona serena ed equilibrata», commentò la zia Paola Carretta, l'unica rimasta dopo la morte di Adriana e Carla Chezzi, sorelle della mamma di Ferdinando: «i corpi però' non sono stati scoperti e non riesco a darmi una spiegazione logica».

Un giallo lungo 9 anni

I Carretta furono visti dai vicini per l'ultima volta quel 4 agosto di 34 anni fa: pochi giorni dopo Ferdinando cambiò in banca due assegni - del padre e del fratello, con firma apocrifa - per sei milioni. Nel febbraio precedente aveva invece acquistato una pistola 6,35. A novembre '89 il camper della famiglia fu trovato parcheggiato a Milano, in via Aretusa, e sul posto si recò il pm di turno Antonio Di Pietro, che non credeva alla fuga e ordinò di cercare i corpi nelle discariche. Inutilmente.

Cominciò il balletto degli avvistamenti, prima in Puglia, poi in Algeria, quindi in luoghi esotici: Isla Margarita, Venezuela, Barbados, Aruba. Di elementi concreti, nessuna traccia. Nemmeno la prenotazione di un volo Londra-Barbados del 6 agosto '89 per 'G. e N. Carretta' e 'M.Ghezzi': considerato un documento attendibile, fu poi dichiarato un falso. «In quell'estate dell'89 ero una persona completamente pazza», disse Carretta nell'intervista-scoop tv. «Vorrei che questa cosa non fosse mai successa, quello che ho fatto non lo avrei mai dovuto fare. La gente deve giudicare, io accetterò sempre qualsiasi conseguenza».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Giugno 2023, 19:20
© RIPRODUZIONE RISERVATA