Femminicidio a Vicenza, dai report medici Zlatan era "recuperato". Il gup: «Concezione uomo-donna padronale»

Femminicidio a Vicenza, dai report medici Zlatan era "recuperato". Il gup: «Concezione uomo-donna padronale»

di Domenico Zurlo

Dai report medici Zlatan Vasiljevic, l'uomo che due giorni fa a Vicenza ha ucciso la compagna Gabriela Serrano e la ex compagna Lidia, per poi togliersi la vita, era "recuperato". Nei suoi confronti era stata emessa una «prognosi favorevole circa la futura astensione dalla commissione di altri reati», per cui aveva goduto di uno sconto di pena e la sospensione condizionale. A scriverlo, la Corte d'Appello di Venezia, nella motivazione della sentenza di secondo grado del processo per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti del bosniaco.

Il dramma della figlia di Gabriela: pochi mesi fa aveva perso il fidanzato in un incidente

A rimarcarlo oggi, nel ripercorrere la vicenda processuale dell'uomo, è il Procuratore Capo di Vicenza, Lino Giorgio Bruno: la decisione si è basata su una relazione del Servizio dipendenze dell'Ulss 8 di Vicenza, al termine di un periodo di trattamento terapeutico e rieducativo di Vasiljevic presso l'associazione 'Ares', tra il 2019 e il 2020. «La valutazione finale è positiva - attestano i giudici d'appello - evidenziandosi una condizione di astinenza iniziata almeno un anno prima, senza ausilio di terapia farmacologica».

 

Il gup: «Concezione padronale uomo-donna»

Vasiljevic, oltre all'abuso di alcol e la «lunghissima protrazione delle condotte di maltrattamento» nei confronti di Lidia Vasiljevic, aveva «un sostrato culturale arretrato, basato su una concezione del rapporto uomo-donna di tipo padronale e dominante, che nemmeno l'avvio del procedimento penale ...

aveva in alcun modo scardinato e ridimensionato», scriveva il Giudice per l'udienza preliminare di Vicenza, motivando la non concessione della sospensione condizionale della pena di un anno e 10 mesi in primo grado al duplice femminicida, emessa il 2 luglio 2020, per maltrattamenti e lesioni gravi.

Inizialmente il capo d'imputazione comprendeva anche il reato di violenza sessuale pluriaggravata, dalla quale però l'imputato venne assolto sulla base di «dichiarazioni ritenute modificative» di Lidia in incidente probatorio. «È ben vero - prosegue il Gup - che le relazioni del Serd e dell'associazione Are hanno dato atto che attualmente il percorso riabilitativo e rieducativo stia avendo buon esito... ma trattasi solo dell'inizio di un programma di complessiva revisione del proprio comportamento, non sufficiente alla concessione del beneficio». L'attenuazione della pena (un anno e sei mesi) e la sospensione condizionale verranno invece prese in secondo grado. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Giugno 2022, 14:54
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