Fabio Canino choc: «Il Vaticano non benedice le coppie gay, meglio benedire i fucili» FOTO

Fabio Canino choc: «Il Vaticano non benedice le coppie gay, meglio benedire i fucili» FOTO

Dopo il 'no' di ieri del Vaticano alla benedizione delle coppie omosessuali, le reazioni non si sono fatte attendere anche tra personaggi di primo piano in Italia. Tra cui Fabio Canino, che sceglie un modo decisamente choc per commentare la vicenda: «Il Vaticano non benedice le coppie gay. Meglio benedire i fucili. Coerenti le ragazze», il suo post sarcastico su Twitter, a cui allega la foto di un sacerdote che con l'aspersorio sembra benedire con l'acqua santa una sfilza di fucili. «Ci si amerà lo stesso. Anzi, pare che senza benedizione l'amore sia più forte», ironizza invece Ermal Meta su Twitter. 

Papa Francesco apre alle famiglie omosessuali: «Si alla legge sulle unioni civili»

«Sono abbastanza allibito dalla divaricazione fra la Pastorale di Papa Francesco che poco tempo fa disse chiaramente che le coppie gay avevano diritto a formare una qualche forma di famiglia e quello che io continuo a chiamare 'Sant'Uffizio', quello che ha bruciato Giordano Bruno, che (verso i gay, ndr) continua ad affermare una dottrina mortificante, discriminatoria e persecutoria», le parole all'Adnkronos di Alessandro Cecchi Paone. Voler ribadire il suo 'no' alla benedizione delle unioni omosessuali «è l'ennesima manifestazione della crisi profonda in cui versa la Chiesa Cattolica. Una Chiesa divaricata in modo forse insanabile, con da un lato l'apertura al mondo di Papa Francesco e dall'altro quella che guarda indietro di almeno due secoli, come diceva il Cardinale Martini».

La presa di posizione della Chiesa blocca «quel processo avviato da Papa Francesco che ci ha fatto sperare in una novità, in una maggiore apertura e in un ponte. Con queste dichiarazioni tale processo subisce uno stop», dice all'Adnkronos Vladimir Luxuria. «La posizione della Chiesa la conoscevamo già da un pò di tempo -prosegue- Sappiamo che l'unica istituzione che la Chiesa riconosce è il matrimonio tra uomo e donna a fini procreativi, che dovrebbe essere anche un vincolo indissolubile. Ci sono poi le leggi dello Stato, quella sul divorzio e quella sulle Unioni Civili, perciò la Chiesa può pensare quello che vuole ma la cosa importante è che ci sia un riconoscimento giuridico».

Per Luxuria la Chiesa «affermando che non è lecito benedire le Unioni Civili e che quindi si possono benedire solo le singole persone sembra dire che valiamo solo come singole persone e che non possiamo provare un sentimento che ci lega a un'altra persona e che ci porta a formare una famiglia», spiega. «Voglio sperare che il percorso iniziato da Papa Francesco proceda comunque, così come tante altre cose che dovrebbero essere rinnovate nella Chiesa come la Comunione divorziati, la questione del Celibato o quella del sacerdozio femminile.

La Chiesa dovrebbe accogliere tutti i suoi credenti. Alla Chiesa Cattolica vorrei chiedere: ma il figlio di una coppia gay ha il diritto ai sacramenti?», conclude Luxuria.

Il no del Vaticano di ieri

A fare da apripista erano state alcune diocesi tedesche, da Magonza a Dresda, ma diversi sacerdoti, anche in Italia, si sono interrogati negli ultimi tempi sulla possibilità di benedire le coppie omosessuali. Ieri è arrivato netto il 'no' della Congregazione per la Dottrina della Fede, un provvedimento preso dopo essersi consultati con Papa Francesco che «ha dato il suo assenso». La nota arriva come risposta ad un 'dubium', un quesito: «Non è lecito impartire una benedizione - afferma l'ex Sant'Uffizio - a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell'unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso».

Nessuna discriminazione, assicura il Vaticano. Ma il mondo gay tuona contro la posizione della Santa Sede. «La scelta del Papa di non benedire le coppie omosessuali è un passo indietro per quei credenti che speravano nel nuovo Papa, ma non deve influenzare la politica italiana», commenta Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i diritti Lgbt+. «Purtroppo - aggiunge - quotidianamente sentiamo politici di tutti gli schieramenti che affermano di ispirarsi al Papa». In alcuni ambiti ecclesiali - ricorda la Dottrina della Fede - si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso. «Non di rado, tali progetti sono motivati da una sincera volontà di accoglienza e di accompagnamento delle persone omosessuali - sottolineano il Prefetto, il card. Luis Ladaria, e il segretario, mons. Giacomo Morandi - alle quali si propongono cammini di crescita nella fede».

Ma la benedizione è un «sacramentale» e come tale non può essere considerata lecita, in quanto «costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale, invocata sull'uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del matrimonio». «La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è quindi, e non intende essere, un'ingiusta discriminazione», assicura la Congregazione specificando che questo infatti «non esclude che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale».


Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Marzo 2021, 13:24
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